Jet da combattimento dell’aeronautica militare israeliana hanno preso di mira intorno alla mezzanotte
10 basi di Hamas nella Striscia di Gaza. E’ quanto riferisce su Twitter il portavoce delle forze di difesa israeliane. «Hamas - si legge nel messaggio - è l’unico responsabile di tutti gli eventi che si verificano nella Striscia di Gaza. Se continua a fare affidamento sul terrore invece di risolvere i problemi che affliggono i civili di Gaza, continuerà a pagare un prezzo pesante che aumenterà se necessario».
Si riaccende dunque la tensione al confine tra Gaza e Israele: nuovi scontri tra manifestanti palestinesi ed esercito e, in serata, due colpi di mortaio sono stati tirati dalla Striscia verso il sud dello stato ebraico.
Gli incidenti sono cominciati nel pomeriggio di ieri al termine dei funerali di Razan Ashraf al-Najjar, la 21enne palestinese volontaria nelle ambulanze uccisa ieri durante gli scontri con l'esercito israeliano nel corso della 'Marcia del Ritorno' e su cui i militari hanno annunciato di aver aperto un’inchiesta.
Dei due lanci verso le comunità ebraiche a ridosso della Striscia, uno - ha fatto sapere il portavoce militare - è stato intercettato dal sistema Iron Dome, l’altro, a quanto sembra, è ricaduto all’interno del territorio palestinese. Non ci sono state vittime.
Il doppio lancio di ieri sera da Gaza è il primo incidente del genere dopo la tacita tregua che, mediata dal'Egitto, ha messo fine allo scontro tra Hamas e lo stato ebraico della settimana scorsa. Definito il più esteso e drammatico dalla guerra del 2104, il confronto ha visto una pioggia di razzi e colpi di mortaio sulle zone israeliane attorno a Gaza e raid dell’aviazione israeliana sulla Striscia contro le postazioni di Hamas e della Jihad islamica.
Ai funerali di Najjar hanno partecipato migliaia di persone tra cui centinaia di operatori sanitari in camice bianco che hanno protestato per l’uccisione della loro collega colpita al petto - secondo le testimonianze locali - mentre assisteva un dimostrante colpito da un lacrimogeno. Secondo il racconto dei parenti, aveva aiutato a evacuare e curare i feriti durante gli scontri delle ultime settimane.
Un medico del posto - citato da Haaretz - ha raccontato di averle detto, inascoltato, «che era pericoloso avvicinarsi al confine». La Società di soccorso medico palestinese (Pmrs), cui faceva parte Najjar, ha denunciato che la paramedica «è stata colpita e uccisa da un cecchino» e insieme a lei sono stati feriti altri tre operatori sanitari. «Chiediamo - ha detto Mustafà Barghouti a nome del Pmrs - una immediata risposta alle violazioni della legge umanitaria da parte di Israele a Gaza».
Al termine delle esequie, in molti tra i dimostranti si sono poi diretti verso i reticolati di frontiera dove hanno cominciato a lanciare sassi. L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver sventato «un tentativo di danneggiare la barriera di sicurezza in territorio israeliano». Secondo la stessa fonte, una «cellula terroristica» è riuscita ad infiltrasi nello stato ebraico ed è stata respinta dai soldati. Questa mattina, intanto, un palestinese è stato ucciso a Hebron, in Cisgiordania: aveva tentato, secondo l’esercito, di investire alcuni soldati con la propria auto.
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