Giovedì 19 Dicembre 2024

Migranti, si torna a morire: due naufragi nel Mediterraneo, si temono oltre 100 vittime

Si tornano a contare morti in mare. Sono due i naufragi registrati oggi. Oltre alla tragedia nell'Egeo, con 9 vittime che viaggiavano a bordo di un motoscafo affondato al largo delle coste turche (tra loro anche 6 bambini), ci 46 corpi recuperati e  migranti 67 tratti in salvo, tunisini e di altre nazionalità. Ma si teme che il bilancio posso crescere notevolmente. Il naufragio è avvenuto nella notte al largo delle isole Kerkennah, in Tunisia. Secondo fonti della sicurezza, a bordo dell'imbarcazione ci sarebbero state circa 180 persone, tra cui un'ottantina provenienti da altri paesi africani, oltre a cittadini tunisini. Le unità di soccorso della marina tunisina, si legge nella nota, sono intervenute dopo l'Sos per un peschereccio in difficoltà. Secondo fonti locali a bordo dell'imbarcazione viaggiavano oltre 100 persone. La Guardia costiera tunisina sta proseguendo le operazioni di ricerca. Il ministero dell'Interno di Tunisi, ha intanto precisato che 68 persone, sono state tratte in salvo. Dei circa 180 a bordo, oltre la metà sarebbe di origine tunisina mentre un'ottantina di persone proverrebbe da altri paesi africani. Le ricerche sono comunque ancora in corso. Il tratto di mare antistante le isole Kerkennah fu il teatro l'8 ottobre 2017 di un altro naufragio, definito "tragedia nazionale" dal premier Youssef Chahed, nel quale 38 migranti tunisini persero la vita e altri 38 vennero soccorsi. In quell'occasione un barcone di migranti diretti in Italia, venne speronato da una nave della marina tunisina. Per quei fatti la magistratura militare tunisina ha recentemente rinviato a giudizio per omicidio colposo e lesioni per 'imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme' il 'comandante' del barcone e quello della nave militare, con l'accusa aggiuntiva per il primo di non aver evitato la collisione e di non essersi conformato ad un ordine dell'autorità in acque territoriali nazionali mentre per il secondo è scattata anche l'accusa di violazione delle regole militari. Proprio oggi, il neo ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini visita Pozzallo, nel Ragusano, una delle località che registrano il maggior numero di sbarchi. Salvini ha ribadito la necessità di cambiare le politiche nei confronti dell'immigrazione.  "Obiettivo è salvare le vite - ha commentato. E questo lo si fa impedendo le partenze dei barconi della morte che sono un affare per qualcuno e una disgrazia per il resto del mondo. Stiamo lavorando senza bacchette magiche per ottenere meno sbarchi, più espulsioni, più sicurezza e per bloccare e tagliare un enorme giro d'affari. Pregare e commuoversi non basta, lavoro perché tutti gli organismi internazionali si impegnino per fermare partenze, sbarchi e morti".

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