Giovedì 19 Dicembre 2024

Corea del Nord: "Niente stop al nucleare se la richiesta è unilaterale"

Il presidente americano Donald Trump sarà un «leader fallimentare» se segue i suoi predecessori. E in tal caso non c'è alcun interesse a tenere il summit tra leader il 12 giugno se basato sulla richiesta unilaterale di rinunciare agli armamenti nucleari. La Corea del Nord cambia decisamente i toni finora concilianti e assicura, attraverso la Kcna, che il Paese «non rinuncerà mai al nucleare in cambio di aiuti economici e interscambio con gli Usa». In altri termini, «il modello di denuclearizzazione stile Libia è inaccettabile». Pyongyang non è interessata ad avere colloqui sul nucleare «che ci spingono in un angolo e ci costringono a rinunciare all’arsenale atomico - ha affermato il vice ministro degli Esteri Kim Kye-gwan -. Sarebbe inevitabile riconsiderare come rispondere al prossimo summit con gli Usa». Kim ha chiesto a Washington negoziati basati sulla sincerità che potrebbero incontrare «una risposta adeguata» del Nord, accantonando invece i metodi precedenti sulla denuclearizzazione tra cui quelli usati per la Libia, dato che è «insensato» la comparazione con un Paese il cui stato nel nucleare era in fasi preliminari, mentre Pyongyang dispone già di un arsenale. Ribadendo la visione di una penisola priva di nucleare a uso militare, Kim ha riaffermato la richiesta di assicurazioni sulla sicurezza chiedendo agli Usa di porre fine alla politica ostile contro il Nord facendo leva anche sulla minaccia nucleare. «E' stato detto che gli Usa daranno compensazioni economiche e benefici se abbandoniamo il nostro nucleare. Ma non abbiamo mai cercato sviluppo economico puntando sugli Usa con un accordo del genere», ha concluso Kim. Dopo settimane di idillio, l'incantesimo tra Pyongyang e Washington sembra quindi spezzarsi. La Corea del Nord ha cancellato i previsti colloqui di oggi con Seul che fanno seguito al vertice dei leader delle Coree del mese scorso e ha minacciato di annullare il summit del 12 giugno a Singapore tra Kim Jong-Un e Donald Trump. Il motivo addotto da Pyongyang - riferisce l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap - sono le esercitazioni militari in corso tra l’aviazione americana e sudcoreana. «Una prova - accusa Pyongyang - per l'invasione del Nord e una provocazione».

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