Una serie di esplosioni si sono verificate in tre diverse chiese nella città indonesiana di Surabaya, provocando numerosi morti e feriti: da un primo bilancio sarebbero 13 le vittime. Tra i morti ci sono anche i sei kamikaze, di cui tre minori e un bambino, che facevano parte di una sola famiglia, ha riferito la polizia. Almeno 41 i feriti. L'Isis ha rivendicato gli attacchi suicidi.
I kamikaze che si sono fatti esplodere contro tre chiese cristiane a Surabaya, in Indonesia, fanno tutti parte della stessa famiglia. Tra loro anche bambini e adolescenti. Nella immagini trasmesse sul canale tv si vedono i detriti di un'esplosione sul pavimento della chiesa di Santa Maria a Surabaya, la seconda città del Paese.
Il Paese è a forte maggioranza musulmana. Gli attacchi hanno coinvolto una chiesa cattolica, una pentecostale e una calvinista. L'Indonesia, il più popoloso Paese musulmano al mondo, ha però un passato di attentati da parte di estremisti islamici, contro cui porta avanti da quindici anni imponenti operazioni di contro-terrorismo.
Pochi giorni fa, una rivolta carceraria da parte di militanti islamici affiliati all'Isis era stata sedata dalle forze di sicurezza a Depok, alla periferia di Jakarta, dopo che i detenuti avevano preso in ostaggio e poi ucciso cinque agenti.
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