La Corea del Nord ha liberato i tre detenuti americani come "segnale tangibile" della volontà di migliorare i rapporti con Washington: la missione a Pyongyang di un solo giorno del segretario di Stato Mike Pompeo ha accelerato la svolta e permesso di perfezionare i dettagli del prossimo storico summit tra Donald Trump e il leader Kim Jong-un. "Stanno tornando a casa", ha esultato quasi in tempo reale il tycoon su Twitter. "Sono lieto di informare che il segretario di Stato Mike Pompeo sta rientrando dalla Corea del Nord con tre persone che tutti vogliono rivedere. Sembrano in buona salute", ha aggiunto, dicendo che il colloquio tra Pompeo e Kim "è andato bene", con "data e luogo dell'incontro fissati". "Il summit con il presidente Donald Trump porterà positivi sviluppi rispetto alle recenti tensioni", ha detto il leader nordcoreano Kim Jong-un incontrando a Pyongyang il segretario di Stato americano Mike Pompeo. "Sarà uno storico summit per un eccellente primo passo verso lo sviluppo positivo degli scenari nella penisola coreana e la costruzione di di buon futuro", ha affermato Kim nel resoconto della Kcna. Il Rodong Sinmun, organo ufficiale del Partito dei Lavoratori, dedica oggi la prima pagina all'incontro Kim-Pompeo Trump ha escluso che il summit possa tenersi lungo il confine intercoreano - come è accaduto a Panmunjom il 27 aprile tra Kim e il presidente sudcoreano Moon Jae-in - lasciando sul tavolo allo stato l'unica opzione ufficiosamente rimasta che è Singapore. Il luogo del summit sarà annunciato ufficialmente nei prossimi giorni, e Pompeo non ha escluso che possa durare più di un giorno solo: "Nei piani, l'incontro sarà di un giorno, ma nel caso ci fossero più cose da discutere, c'è la possibilità che sia esteso anche ad una seconda giornata", ha fatto sapere il segretario di Stato americano. Lasciata la Corea del Nord, l'aereo di Pompeo con i tre americani liberati ha fatto scalo nella notte alla base americana di Yokota, alle porte di Tokyo, prima di proseguire verso la Andrews Air Force Base, vicino alla capitale Usa. E Trump ha "apprezzato" la mossa di Kim, "un gesto positivo di benevolenza", ha chiarito la Casa Bianca in una nota. Era d'altra parte una delle condizioni imposte dagli Stati Uniti per il summit fra i due leader. Ma chi sono i tre rilasciati? Nel 2015, Kim Dong-chul, americano di origine coreana, fu arrestato per spionaggio e condannato l'anno successivo a 10 anni di lavori forzati. Nel 2017, invece, è stata la volta di Kim Hak-song, professore alla Pyongyang University of Science and Technology, e Kim Sang-dok, invitato a insegnare contabilità alla stessa università. Per loro due l'accusa è stata di imprecisati "atti ostili" contro la il Paese eremita. La disavventura dei tre si è chiusa con il lieto fine. Da Tokyo intanto i leader di Giappone, Corea del Sud e Cina hanno ribadito alla prima riunione della Trilaterale in oltre due anni l'impegno "a rendere effettivi" i risultati raggiunti dal summit di Panmunjom, dal processo di completa denuclearizzazione alla pace permanente sulla penisola, che sono "nei nostri reciproci interessi e responsabilità". La nota congiunta sollecita tutti gli sforzi possibili per il successo del vertice Trump-Kim, hanno convenuto i premier nipponico e cinese, Shinzo Abe e Li Keqiang, e il presidente sudcoreano Moon Jae-in. "Tutti pensano che io meriti il premio Nobel per la pace", ha detto in serata Donald Trump rispondendo ai giornalisti a proposito del disgelo in atto con la Corea del Nord. "cTutti lo pensano - ha aggiunto - ma io non lo direi mai, perché l'unico premio che voglio è una vittoria per il mondo".