Giovedì 19 Dicembre 2024

Trump via da accordo nucleare, deputati iraniani bruciano bandiere Usa: "Morte all'America"

Deputati iraniani bruciano la bandiere degli Usa

Parlamentari iraniani hanno dato fuoco in aula a bandiere americane di carta, urlando 'morte all'America'. L'episodio dopo la decisione annunciata dal presidente Usa Donald Trump di uscire dall'accordo sul nucleare con Teheran. Oltre a una bandiera americana, i parlamentari iraniani hanno anche bruciato un pezzo di carta che rappresenta l'accordo nucleare. Il canto 'morte all'America' ​​èstato usato a lungo in Iran dalla sua rivoluzione islamica del 1979. È stato anche comune sentirlo in parlamento. La dimostrazione di oggi mostra la rabbia pubblica che attraversa l'Iran dopo la decisione di Trump. Il presidente del parlamento iraniano Ali Larijani ha definito "bullismo" il ritiro degli Usa dall'accordo sul nucleare, e sottolineato che il Paese riceverà dall'Iran una risposta che rimpiangeranno. "L'Ue e altri partner dell'accordo nucleare sono ora responsabili di salvare l'accordo", ha sottolineato. "Questa è una finestra attraverso la quale l'Ue può dimostrare se ha abbastanza peso per risolvere problemi internazionali o no", ha aggiunto Larijani. "In risposta alle persistenti violazioni degli Usa e al ritiro illegale dall'accordo nucleare, come richiesto dal presidente Rohani porterò avanti uno sforzo diplomatico per capire se i rimanenti partecipanti all'accordo possano garantire tutti i benefici per l'Iran. Il risultato determinerà la nostra risposta". Lo ha scritto ieri sera su Twitter il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. Ieri il presidente Hassan Rohani aveva annunciato in diretta tv che Zarif si sarebbe recato nei Paesi ancora impegnati nell'accordo dopo il ritiro degli Stati Uniti: Cina, Francia, Germania, Russia e Regno Unito. I ministri francese, britannico e tedesco degli Esteri si incontreranno lunedì con rappresentanti di Teheran per trovare le modalità di preservare l'accordo sul nucleare iraniano. Lo ha annunciato qusta mattina Jean-Yves Le Drian, ministro degli Esteri francese. "Ci riuniremo con i miei colleghi britannico e tedesco lunedì prossimo - ha detto il capo del Quai d'Orsay intervistato dalla radio RTL - e anche con i rappresentanti dell'Iran, per ragionare sull'insieme della situazione". L'inviato speciale della Cina per il Medio Oriente ha sollecitato tutte le parti a rimanere nell'accordo nucleare iraniano e a risolvere la disputa attraverso il dialogo. Secondo quanto riferisce l'agenzia cinese Xinhua, Gong Xiaoshe ha parlato in una conferenza stampa in Iran dopo aver incontrato un funzionari locali, affermando che l'accordo multilaterale è "molto serio e importante". A suo parere l'intesa aiuta a mantenere il sistema internazionale di non proliferazione nucleare e promuove la pace e la stabilità in Medio Oriente. "Avere un accordo - ha sottolineato - è meglio che niente, il dialogo è più efficace dello scontro". "Per adesso continueremo a fare il nostro commercio con l'Iran. Non renderemo conto di questo a nessuno". Lo ha detto alla Cnn turca il ministro dell'Economia turco, Nihat Zeybekci, dopo l'annuncio di Donald Trump del ritiro Usa dall'accordo con l'Iran sul nucleare. In una nota, il ministero degli Esteri di Ankara ha inoltre definito la decisione americana come un "passo infelice", sottolineando l'assenza di prove di violazioni dell'intesa da parte iraniana e lanciando un appello affinché questa "continui a essere implementata in piena trasparenza".

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