Donald Trump è pronto ad annunciare la reintroduzione di alcune sanzioni per colpire Teheran, sanzioni che erano state congelate con la storica intesa sul programma nucleare del 2015. Lo scrive il Washington Post, spiegando come il presidente americano non rinnoverà le esenzioni in scadenza il 12 maggio, aprendo la strada a sanzioni alle banche dei Paesi che non ridurranno le importazioni di petrolio iraniano. Per ora invece rimarrebbero in un limbo le esenzioni in scadenza a luglio. Ieri dal suo profilo Twitter Donald Trump aveva preannunciato per le 14 di oggi (le 20 in Italia) che avrebbe reso nota la sua decisione sull'eventuale uscita dall'accordo nucleare iraniano, anticipando dunque rispetto alla prevista data del 12 maggio. Nelle ultime tre settimane Francia, Gran Bretagna e Germania hanno premuto su Washington, anche con visite di alto livello come quelle del presidente francese Emmanuel Macron, della cancelliera tedesca Angela Merkel e da ultimo, del ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, per convincere Trump che lasciare l'accordo sarebbe un errore. Il presidente dell'Iran Hassan Rohani, intanto, ha parlato a un incontro con esponenti del settore petrolifero ha dichiarato che l'Iran vuole continuare a "lavorare con il mondo con un impegno costruttivo", frase che appare come un cenno all'Europa, la quale ha stretto una serie di accordi commerciali con l'Iran dopo l'accordo nucleare del 2015 che ora gli Usa minacciano di lasciare.