Il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l'Economia vaticana, sarà processato in Australia per abusi sessuali. Lo ha deciso oggi il tribunale di Melbourne dopo la lunga istruttoria che si era svolta nei mesi scorsi. Il cardinale australiano, 76 anni, il porporato più alto in grado mai coinvolto in un dossier del genere, sarà processato con l'accusa di abusi sessuali ai danni di minori avvenuti tra la fine degli anni Settanta e Ottanta a Ballarat, suo paese di nascita, e tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000 nella diocesi di Melbourne, dove era arcivescovo. Il magistrato Belinda Wallington ha respinto alcune delle accuse che erano emerse durante l'udienza preliminare a Melbourne ma ha deciso che ci sono comunque elementi sufficienti, per altri casi, da giustificare un processo davanti a un tribunale. Il cardinale Pell ha ribadito anche oggi la sua non colpevolezza e ha ricordato di aver "sempre collaborato con la Polizia di Victoria" e anche di essere "tornato volontariamente in Australia per difendersi da queste accuse". E dunque ora "si difenderà dalle rimanenti accuse" dopo che ne sono decadute la metà - fa sapere lo staff legale che assiste il cardinale - con la decisione emessa oggi dal giudice. In Vaticano ora si attende l'esito del processo, la cui data di inizio potrebbe essere stabilita già domani, come fa sapere la diocesi di Sidney. "La Santa Sede - ha dichiarato il direttore della sala stampa vaticana, Greg Burke - prende atto della decisione emanata dall'autorità giudiziaria in Australia riguardante Sua Eminenza il Cardinale George Pell. L'anno scorso il Santo Padre gli aveva concesso un periodo di congedo per potersi difendere dalle accuse che gli erano state contestate. Tale disposizione rimane tuttora valida".