WASHINGTON. Cresce la dimensione dello scandalo Facebook-Analytica, ossia dei profili del social media usati senza consenso dalla società inglese a fini elettorali, dalla Brexit alla campagna di Donald Trump. Sale infatti da 50 milioni a 87 milioni il numero degli utenti i cui dati sono stati utilizzati in questa vicenda, di cui 214.134 italiani. "In totale, crediamo che le informazioni di Facebook di 87 milioni di persone, prevalentemente in Usa, possano essere state impropriamente condivise con Cambridge Analytica", ha ammesso Mike Schroepfer, chief technology officer di Fb, nell'annunciare una serie di restrizioni del social media per proteggere meglio i dati personali dei propri utenti. Una rivelazione che arriva nel giorno in cui è stata resa nota la data della testimonianza del ceo Mark Zuckerberg: l'11 aprile davanti alla commissione per il commercio e l'energia della Camera Usa. Poi lo aspetta la stessa commissione del Senato. Il fondatore di Fb intanto continua la sua campagna per 'rifondare' la sua creatura: "un errore enorme", "è un mio errore", ha ribadito in una conference call, riconoscendo di non aver avuto una visione sufficientemente larga della responsabilità che Facebook ha nel mondo. Non basta che Fb creda ai creatori di app quando sostengono che rispettano le norme, Fb deve assicurarsi che lo facciano, ha detto. Nonostante gli errori, ritiene di essere sempre la "persona giusta" per guidare Facebook: "penso che la vita sia imparare dagli errori e capire come andare avanti. "Quando stai costruendo qualcosa come Facebook che non ha precedenti nel mondo, ci sono cose che puoi sbagliare. L'importante è imparare dai nostri errori". Il ceo di Fb ha ribadito che occorreranno "molti anni" per risolvere tutti i problemi della piattaforma ma che il suo social media dovrà "svoltare l'angolo" su molte questioni entro la fine del 2018, una scadenza che assume come sfida personale. Zuckerberg si era detto pronto a deporre a Capitol Hill dopo che lo scandalo era esploso in tutta la sua gravità, facendo finire il numero uno di Fb nel mirino della Ue e del Congresso Usa, di inserzionisti e utenti, mentre la sua società accumulava perdite di decine di miliardi in Borsa. Zuckerberg era stato costretto a scusarsi pubblicamente, anche sui giornali britannici e americani, ma questo non aveva impedito la nascita di movimenti di boicottaggio del social media, con adesioni eccellenti, a partire da Elon Musk, che aveva cancellato l'account di Tesla e Space X. Dopo aver ammesso di aver sbagliato, il ceo di Facebook aveva tentato di rilanciare promettendo un giro di vite per la tutela dei dati, in modo da rassicurare i due miliardi di persone che navigano sulla piattaforma social ma anche gli investitori. La prime misure sono entrate in vigore ieri, con una serie di restrizioni, dalla piattaforma Instagram alla storia di chiamate e testi, dai gruppi al login Fb sino all'accesso dei dati a parti terze (data providers e partner categories). "Sappiamo che abbiamo altro lavoro da fare", ha ammesso Schroepfer, assicurando che tutte le persone interessate dal caso Analytica saranno informate. La parte del leone la fanno gli americani, con 70.632.350 milioni di utenti (81,6%). Nella classifica seguono i filippini (1,4%), gli indonesiani (1,3%), i britannici (1,2%), i messicani (0,9%), i canadesi (0,7%), gli indiani (0,6%), i brasiliani (0,5%), i vietnamiti (0,5%) e gli australiani (0,4%).