ROMA. La leggenda del calcio George Weah, 51 anni, e il vicepresidente uscente Joseph Boakai, 73 anni, si affrontano nel ballottaggio per le elezioni presidenziali in Liberia. Con sette settimane di ritardo rispetto al calendario inizialmente approntato, circa due milioni di liberiani sono andate alle urne per scegliere il successore di Ellen Johnson Sirleaf, prima donna eletta capo di stato in un Paese africano e vincitrice nel 2011 premio Nobel per la pace. Scegliere la data del ballottaggio non è stato semplice a causa di molteplici ricorsi contro i risultati del primo turno.
Alla fine nella capitale Monrovia la Commissione elettorale ha dato il via libera, sull'onda della comunicazione della Corte Suprema secondo la quale durante il primo appuntamento elettorale, lo scorso 10 ottobre, ci sono stati effettivamente irregolarità e brogli ma non così gravi e consistenti da giustificare la ripetizione del voto.
In origine era previsto che per eleggere il successore della presidente Sirleaf - nel primo passaggio pacifico dei poteri da oltre 70 anni nel Paese dell'Africa occidentale - il ballottaggio si tenesse il 7 novembre. Vi erano stati però i ricorsi del terzo classificato, Charles Brumskine, e dei suoi sostenitori.
Superato questo scoglio, i 5.390 seggi si sono aperti regolarmente e, altrettanto regolarmente, si sono chiusi alle 18. A detta degli osservatori, l'affluenza al voto è stata alta, molti giovani si sono messi in coda fin dalle prime luci dell'alba ed entrambi i candidati hanno votato sottolineando l'importanza di questo appuntamento, definendolo "un test per la democrazia". La Commissione elettorale ha due settimane di tempo per rendere noto il risultato finale.
La presidente uscente Sirleaf, 79 anni, era entrata in carica nel 2006 dopo la cacciata (avvenuta nel 2003) di Charles Taylor, uno dei 'signori della guerra' poi condannato a 50 anni di reclusione in Gran Bretagna per crimini di guerra e contro l'umanità perpetrati in Sierra Leone.
La Liberia, così denominata perché fondata da schiavi liberati in America nel XIX secolo, è stata devastata da due guerre civili nell'arco di 14 anni. 250mila morti, migliaia di feriti e mutilati, resta uno degli Stati più poveri al mondo nonostante sia ricco di diamanti. Weah, calciatore del Milan nella seconda metà degli anni Novanta, e ora esponente della 'Coalizione per il cambiamento democratico', in ottobre aveva ottenuto il 38,4% dei voti, superando di dieci lunghezze Boakai (28,8% dell'Up, lo Unity Party di cui fa parte Sirleaf che però, dopo il primo turno, ha avuto un forte attrito con il partito). In Europa, oltre alla maglia del Milan, Weah ha vestito quelle di Monaco, Paris Saint-Germain, Chelsea, Manchester City e Olympique Marsiglia.
Nel 1995, primo calciatore non-europeo a conquistarlo, vinse il Pallone d'Oro ma anche il Fifa World Player e il premio di Calciatore africano dell'anno (riconoscimento già ricevuto nel 1989). Nel 1999 è stato insignito del titolo di Calciatore africano del secolo. Ritiratosi dall'attività agonistica nel 2002 a 36 anni, Weah è al 43/mo posto nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer.
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