Martedì 19 Novembre 2024

Documenti sanitari negli Stati Uniti, Trump vieta le parole "trans" e "feto"

Donald Trump

WASHINGTON. Transessuale, feto, diversità, vulnerabile, diritto, basato sulle evidenze, basato sulla scienza: sono i sette termini che l'amministrazione Trump vuole proibire nei documenti della sanità, con un approccio ideologico senza precedenti che ha già scatenato forti polemiche nel mondo politico e scientifico. A rivelare la blacklist è stato il Washington Post, che ha dato conto di un episodio avvenuto ad Atlanta, in uno dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), un'autorità sanitaria internazionalmente conosciuta e stimata, con un bilancio di circa 7 miliardi di dollari ed oltre 12 mila dipendenti. E' qui che si è presentata Alison Kelly, dirigente dei servizi finanziari, comunicando che quelle parole e quelle espressioni non devono comparire nei documenti per il bilancio del prossimo anno. In alcuni casi, ad esempio "basato sulle evidenze", "basato sulla scienza", si suggerisce di usare "basato sulla scienza in considerazione degli standard e dei desideri della comunità". In altri non è stata offerta alcuna alternativa. Kelly non ha spiegato il perché della blacklist e si è difesa dicendo che lei faceva solo da ambasciatrice dell'informazione. Del resto Donald Trump non ha mai nascosto di considerare la scienza come una questione di opinione e non una realtà oggettiva basata sull'evidenza, a partire dalle sue considerazioni sul climate change. I presenti sono rimasti increduli, riferisce la fonte del Wp. "Ma dice sul serio?", "Ci sta prendendo in giro", sono state alcune reazioni. Immediate le polemiche, e le ironie sul web. "E' più chiaro che mai: questa amministrazione ha disprezzato la salute delle donne, le persone Lgbt e la scienza sin dal primo giorno", ha twittato Planned parenthood, la rete di organizzazioni no profit che si occupano della salute e della educazione sessuale e dell'accesso a servizi sanitari come l'aborto. "L'amministrazione di Donald Trump sta facendo l'America nuovamente stupida. Finiremo con l'usare Voodoo e sanguisuga per trattare le malattie?", ha twittato il deputato democratico Ted Lieu, parafrasando lo slogan trumpiano "Make America great again". Non è la prima volta, dopo l'insediamento di Trump, che nelle agenzie federali affiora il problema della terminologia da usare in questioni relative l'orientamento sessuale, l'identità di genere, il diritto all'aborto, il cambiamento climatico, che avevano ricevuto ampia visibilità con la presidenza Obama. Diversi dipartimenti, tra cui la sanità, la giustizia, l'educazione, lo sviluppo residenziale ed urbano, hanno cambiato alcune politiche federali e il modo di raccogliere informazioni sulla comunità Lgbt. In marzo, ad esempio, il ministero della salute ha evitato di fare domande sull'orientamento sessuale e l'identità di genere in due sondaggi sugli anziani. E ha già da tempo cancellato dal proprio sito le pagine che contenevano informazioni sulla comunità Lgbt, mentre il dipartimento che si occupa di Infanzia e Famiglia ha rimosso le pagine che fornivano informazioni sui servizi disponibili per le persone Lgbt e le loro famiglie, comprese quelle su come ricevere aiuto se vittime di trafficanti. Certo, ora non si capisce come il centro nazionale per l'Aids, la tubercolosi e le malattie sessualmente trasmissibili possa evitare di usare la parola transgender lavorando sulla prevenzione dell'Hiv tra queste persone. O come il Cdc possa lavorare sui difetti alla nascita causati da Zika senza utilizzare la parola feto nella sue ricerche.

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