SAN PEDRO SULA. Tensione alle stelle in Honduras, dove è in vigore il coprifuoco, misura presa a seguito delle proteste dopo il ballottaggio presidenziale di domenica. Media locali riferiscono che nel corso di scontri con la polizia o fra gruppi politici avversari, da ieri sono morte sette persone e una ventina sono rimaste ferite. Il bilancio non è confermato dalle autorità ma secondo i media honduregni cinque hanno perso la vita a San Pedro Sula, uno a La Ceiba e uno nella capitale, Tegucigapa. Senza aspettare i risultati ufficiali, entrambi i candidati cantano vittoria: sia il presidente uscente, Juan Orlando Hernandez (Partito Nazionale, centrodestra), sia lo sfidante Salvador Nasralla, giornalista 'star' della tv locale, alla guida di una ampia coalizione con forze della sinistra e conservatrici. In altre parole, trascorsa quasi una settimana dal ballottaggio, ancora non si sa chi sia il nuovo presidente del paese centroamericano. A pesare sull'ondata di violenza e il caos, con proteste di piazza e saccheggi, c'è anche uno scrutinio che procede a rilento. Nasralla ha ripetutamente denunciato brogli, ribadendo di essere lui il vincitore. E fino a mercoledì, in effetti, ad essere in vantaggio era il candidato dell’Alleanza, il cui coordinatore politico è Manuel Zelaya, l’ex capo dello stato vicino al 'chavismò venezuelano vittima nel 2009 di un 'golpè, quando venne prelevato, in pigiama, dal palazzo presidenziale di Tegucigalpa ed espulso. «Faccio un appello a chi ha partecipato alle elezioni, soprattutto ai dirigenti dell’Alleanza, affinché chiamino i propri simpatizzanti per porre fine ai danni che vengono arrecati all’Honduras», ha sottolineato da parte sua Hernandez. Il coprifuoco - in vigore per dieci giorni, dalle 18 fino alle 6 - punta a consentire alla polizia e ai militari di contenere le proteste e gli scontri: «Vogliamo garantire la sicurezza», ha precisato il presidente. La commissione elettorale ha ormai scrutinato il 95% dei voti, rendendo noto di voler procedere da domani con il conteggio manuale di 1.031 urne. Prima di quest’ultima fase del conteggio, Hernandez aveva un vantaggio di poco superiore ai 46 mila voti (su un totale di 2,6 milioni). C'è grande incertezza e non si saprà quando si conoscerà il nome del vincitore. Ieri, dopo che il Tribunale Supremo Elettorale (Tse) aveva nuovamente posticipato la proclamazione del vincitore, l'opposizione aveva annunciato che non riconoscerà il risultato finale dello scrutinio. L’Alleanza di Nasralla ha quindi fatto sapere che «non intende accettare i risultati diffusi da un sistema elettorale spurio, che mette a rischio la legalità del processo di votazione».