YANGON. Arrivato ieri, sarà oggi la prima giornata importante del viaggio di Papa Francesco in Myanmar, recandosi in aereo nella capitale Nay Pyi Taw, per una serie di incontri istituzionali. Nell’aeroporto della capitale - inaugurata nel 2005 - ci sarà per il Papa l’accoglienza ufficiale, con anche la rassegna della guardia d’onore. Trasferitosi nel palazzo presidenziale, papa Bergoglio renderà visita al presidente della Repubblica dell’Unione del Myanmar, Htin Kyaw e subito dopo avrà un colloquio con Aung San Suu Kyi, la leader democratica che oggi è ministro degli Esteri e Consigliere di Stato (la costituzione del Myanmar le vieta di essere presidente o premier, a causa del fatto che è vedova di un non birmano, ndr). Intorno alle 17 ora locale (in Italia le 11 del mattino) Papa Francesco, nel Myanmar International Convention Center, terrà il suo primo discorso in Myanmar, rivolgendosi alle autorità civili, al corpo diplomatico e alla società civile. A fine giornata farà ritorno in aereo a Yangon (in Italia saranno circa le 14, ndr). Papa Francesco durante la sua visita apostolica in Myanmar userà un pastorale di legno realizzato artigianalmente e donatogli dai rifugiati cattolici della minoranza etnica Kachin, che ora si trovano nel campo profughi della città di Winemaw, nello stato Kachin, con popolazione a maggioranza cristiana, nella parte settentrionale del Myanmar. Lo rivela all’agenzia vaticana Fides Joseph Myat Soe, laico cattolico attivo dalla regione di Kachin, spiegando che i fedeli Kachin si trovano ora nel campo profughi di Winemaw a causa della guerra civile tra l’esercito birmano e i gruppi armati Kachin, in uno dei diversi conflitti a sfondo etnico che si registrano nel paese, composto, a livello sociale, dalla maggioranza bamar (birmani) e da 135 minoranze etnico linguistiche. Come informa Myat Soe, i profughi Kachin offrono questo pastorale di legno al Pontefice «come auspicio per riportare la pace nello stato Kachin, dato che non sarà possibile per loro partecipare alla Messa a Yangon, a causa dello stato di indigenza in cui versano». Il vescovo ausiliare di Yangon, Mons. John Saw Han, conferma a Fides che «nonostante la guerra civile in corso, e nonostante i problemi economici, circa cinquemila cattolici Kachin saranno a Yangon per incontrare e pregare con il Santo Padre per la pace nella loro regione». I giovani Kachin, in particolare faranno di tutto perché «considerano questa un’opportunità irripetibile per vedere il Papa e pregare con lui», nota il presule.