NEW YORK. Per Harvey Weinstein le cose si mettono veramente male: la polizia di New York ritiene "credibile" la denuncia di stupri dell'attrice di "Boardwalk Empire", Paz de la Huerta, e sta raccogliendo ulteriori prove per spiccare mandato di arresto. Se Weinstein oggi fosse a New York e se le accuse fossero recenti, manderei i miei uomini a restarlo", ha detto il capo dei detective Robert Boyce. A salvare per il momento il potente produttore è il fatto che si trova in un altro Stato - l'Arizona, in un centro di riabilitazione - e che gli stupri sarebbero avvenuti sette anni fa: "Ci servono ulteriori prove", ha detto Boyce in una conferenza stampa in commissariato. Nubi giudiziarie si addensano anche su Kevin Spacey. Scotland Yard sta indagando sulle accuse di un giovane che afferma di essersi svegliato nel 2008 in casa dell'attore, scoprendo che "stava compiendo su di lui un atto sessuale". Il racconto di de la Huerta coincide nel copione con quello offerto ai media e alle autorità giudiziarie da oltre 60 donne. Dopo un evento a Manhattan, Weinstein si era offerto di accompagnare Paz a casa, visto che abitavano vicino a Tribeca, e aveva insistito per salire a bere una cosa. A sorpresa, si era spogliato e avrebbe violentato l'attrice 33enne: "Tutto è successo così in fretta", ha raccontato lei alla Cbs. La vigilia di Natale dello stesso anno il produttore avrebbe reiterato la violenza. La polizia ha confermato parti della storia. Intanto a Los Angeles la polizia ha aperto una seconda inchiesta dopo quella legata alle accuse di una attrice italiana. Weinstein è sotto indagine anche a Londra e Beverly Hills. Quanto a Spacey, accuse di molestie sono arrivate anche dal set di House of Cards. Otto dipendenti della produzione dello show di Netflix le cui riprese sono state bruscamente sospese all'inizio della settimana hanno parlato di un clima "tossico" creato dalle continue avance del "Presidente Frank Underwood" televisivo sui giovani maschi della troupe. Hollywood è in prima battuta nel mirino, con una densità di casi simili a quando, nel 2001, lo scandalo della pedofilia si abbatté sulla chiesa cattolica. Con SkyNews due ex baby attori hanno parlato di molestie subite sul set quando erano bambini. Dopo Dustin Hoffman, che però non ricorda, il "Donald Trump di SNL", Alec Baldwin, ha ammesso di "aver fatto il bullo" con le donne. Frasi indecenti, avance non gradite sono comuni in situazioni di squilibrio di potere. Se le donne che durante la campagna elettorale per la Casa Bianca hanno accusato Donald Trump di molestie si sono chieste nei giorni scorsi perché Weinstein si e Trump no, lo scandalo arriva a lambire i palazzi della politica, del giornalismo (oggi sul banco degli imputati è David Corn di Mother Jones), perfino le Nazioni Unite con 31 casi di denunce tra luglio e settembre che non riguardano solo i peacekeepers ma anche personale delle agenzie dell'Onu.