BEIRUT. Anche Raqqa, la 'capitale' siriana dell’Isis, è ormai sul punto di cadere, mentre le forze di Damasco, appoggiate da russi e iraniani, hanno strappato ai jihadisti il bastione di Mayadin.
A questo punto la sconfitta militare degli uomini di Abu Bakr al Baghdadi sembra inevitabile, con le forze irachene che, al di là della frontiera, si apprestano a sferrare l’offensiva finale contro una striscia di territorio ancora controllato dai jihadisti.
A Raqqa, prima grande città conquistata dallo Stato Islamico nel 2014, le cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf) a maggioranza curda, alleate degli Usa, hanno occupato oggi anche il quartiere occidentale di Al Nahda e hanno detto di avere sferrato l’attacco decisivo contro i quartieri centrali dove ancora rimangono trincerati poche centinaia di miliziani dell’Isis. Ma la Coalizione internazionale a guida americana ha avvertito che ancora «difficili combattimenti» attendono le forze anti-Isis.
La caduta di Raqqa potrebbe tuttavia essere accelerata da un accordo raggiunto tra le Sdf e l’Isis, con la mediazione di capi tribali locali, per consentire l’evacuazione dei jihadisti e delle loro famiglie. Un’intesa conclusa due giorni fa di cui ha dato notizia oggi la stessa Coalizione, prendendone le distanze.
E’ vero, ha detto in un comunicato la stessa Coalizione in un comunicato, che l’accordo può permettere di «ridurre al minimo le vittime tra i civili», già altissime per i combattimenti e i bombardamenti aerei delle ultime settimane. Ma c'è anche il rischio di consentire la fuga di molti jihadisti, che poi potrebbero riapparire in altre regioni.
La Coalizione, del resto, aveva già aspramente criticato un analogo accordo raggiunto in agosto dalle forze siriane e delle milizie sciite libanesi di Hezbollah, loro alleate, che aveva consentito l’evacuazione di centinaia di miliziani dell’Isis e dei loro familiari da un’area a cavallo della frontiera tra Siria e Libano verso l’est della Siria.
Tra coloro che potrebbero cercare di fuggire da Raqqa vi sono anche molti foreign fighter provenienti da Paesi occidentali, che sono contrari alla loro evacuazione. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondu), ad opporsi all’accordo per l’evacuazione sarebbero stati in particolare i servizi di Intelligence francesi, che sospettano la presenza in città di alcuni organizzatori degli attentati compiuti a Parigi.
Mayadin, riconquistata oggi dalle forze siriane e da milizie loro alleate con l’appoggio di russi e iraniani, si trova nell’est della provincia di Dayr az Zor, verso il confine iracheno. Negli ultimi mesi questa cittadina era diventata un punto di raccolta per dirigenti e forze dello Stato islamico ritiratesi dai bastioni perduti sia in Siria sia in Iraq.
Proprio in Iraq, intanto, il governo ha detto che tutto è ormai pronto per l’attacco che dovrebbe strappare all’Isis la località di Rawah e il valico di frontiera con la Siria di Al Qaim, dopo le offensive che negli ultimi mesi hanno portato alla riconquista di Mosul - l’ex 'capitalè irachena dello Stato islamico - di Tal Afar e di Hawija.
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