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Il giorno del referendum, perché la Catalogna vuole l'indipendenza

ROMA. Sono quasi 5 milioni e mezzo in Catalogna gli elettori con diritto di voto che dovrebbero recarsi alle urne per votare il referendum sulla separazione dalla Spagna. Il quesito recita: "Vuoi che la Catalogna diventi uno Stato indipendente nella forma di una Repubblica?".

Ma perché la regione catalana chiede di essere indipendente dal governo di Madrid?

LA CATALOGNA

E' una delle 17 regioni autonome spagnole, con una popolazione di 7,5 milioni di abitanti. Contribuisce ad un quinto dell'economia del Paese. Nel 2015 il Pil catalano ammontava a 204 miliardi di euro, una cifra equivalente al 19% del Pil spagnolo. La regione ha proprie tradizioni e lingua locale, e la spinta indipendentista è considerata tra le cause della Guerra civile spagnola degli Anni '30. Lingua e istituzioni locali vennero vietate e soppresse durante l'era di Franco, dal 1939 al 1975. Il governo regionale ha pieni poteri in molti settori, dalla sanità all'educazione, ma non in ambito fiscale, economico o nella gestione degli hub commerciali.

IL PERCORSO DI INDIPENDENZA

E' iniziato nel 2010, con una sentenza della Corte costituzionale che ha stralciato parti dello statuto autonomo che avrebbe garantito alla regione maggiori poteri e riconosciuto il ruolo di "nazione" nella nazione spagnola. Le ragioni della richiesta di indipendenza della Catalogna ha però radici più antiche. Da quelle storiche (diverse dominazioni dal resto del Paese), culturali e linguistiche (il catalano è una lingua diversa dallo spagnolo, che è invece il più diffuso castigliano). Ma negli ultimi anni a crescere sono state soprattutto le ragioni economiche: con la globalizzazione e l'internazionalizzazione dei mercati le imprese catalane sono riuscite a essere autonome e a non dipendere più dal solo mercato spagnolo. Secondo gli indipendentisti, senza pagare parte delle tasse alla Spagna la comunità catalana sarebbe più ricca, con migliori servizi e investimenti.

SOSPESA L'AUTONOMIA FINANZIARIA

Nei giorni scorsi, il premier conservatore Mariano Rajoy ha stabilito la sospensione da parte della Spagna dell’autonomia finanziaria dell’esecutivo di Barcellona. Una misura che è stata definita repressiva, "un'arma atomica" a disposizione dello Stato., prevista dall'art.155 della costituzione spagnola. Una decisione che consentirebbe di prendere il controllo diretto del governo catalano e di sospendere il presidente ribelle Carles Puigdemont e il suo governo regionale.

IL PRECEDENTE

Nel 2014 una consultazione non vincolante è stata bloccata dalla Corte Suprema. Il governo locale mise in campo un sondaggio non ufficiale, che raccolse 2,3 milioni di voti e l'80% di sì. Mesi dopo, la linea indipendentista conquista la maggioranza.

COSA CAMBIA CON LA VITTORIA DEI SÌ 

Nel caso in cui la Generalitat proclami la vittoria del sì, entrerebbe in vigore la "legge di separazione" (ley de desconexión) che prevede una dichiarazione unilaterale di indipendenza entro 48 ore.

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