KABUL. L'Isis ha diffuso un nuovo discorso del suo leader, Abu Bakr al-Baghdadi. Un intervento che smentisce le voci che insistentemente negli ultimi mesi lo avevano dato per morto.
Con un appello ai suoi seguaci perché continuino a combattere e "distruggano ogni tiranno, dentro e fuori i territori" ancora controllati dall'Isis, è tornato oggi a far sentire la sua voce in un messaggio audio, quasi un anno dopo l'ultimo precedente. Il nuovo discorso dell'autoproclamato 'Califfo' è stato diffuso da Al Furqan, l'organizzazione per i media dell'Isis, nel giorno in cui da Washington arriva un nuovo allarme per il possibile impiego di droni in attacchi terroristici sul suolo americano.
"Penso che sappiamo che le organizzazioni terroristiche sono interessate ad usare i droni", ha detto in un'audizione al Congresso Christopher Wray, direttore dell'Fbi. "Abbiamo visto che all'estero questo accade già con frequenza crescente, e l'aspettativa è che arrivi anche qui a breve", ha aggiunto Wray, sottolineando che i droni sono "relativamente facili da gestire e abbastanza difficili da monitorare". Non è chiaro quando il messaggio di Baghdadi sia stato registrato, ma un riferimento allo scontro tra gli Usa e la Corea del Nord sui missili e le armi atomiche lascia capire che è recente.
"I nordcoreani - afferma infatti il capo dello Stato islamico - hanno cominciato a minacciare l'America e il Giappone con la loro potenza nucleare". Il discorso, che dura 46 minuti e comincia con una lunga disquisizione sulla storia dell'Islam, appare come la definitiva smentita alle voci sulla presunta uccisione del 'Califfo', sulla cui testa gli Usa hanno posto una taglia di 25 milioni di dollari. L'ultimo messaggio audio del capo dell'Isis era stato diffuso il 2 novembre del 2016, e questo lungo silenzio aveva alimentato le congetture sulla sua morte.
Lo scorso giugno la Russia aveva detto che Baghdadi era stato "probabilmente" ucciso in un raid compiuto dall'aviazione di Mosca a Raqqa, considerata la 'capitale' dell'autoproclamato Stato islamico in Siria, attualmente investita dall'offensiva delle milizie a maggioranza curda sostenute da Washington. Ma all'inizio di settembre il generale americano Stephen Townsend, comandante della Coalizione internazionale a guida Usa, aveva affermato che il capo dell'Isis era quasi sicuramente ancora vivo e che secondo informazioni di Intelligence si nascondeva in un'area tra l'Iraq e la Siria.
Se dieci mesi fa Baghdadi incitava i suoi a resistere all'offensiva delle forze lealiste irachene per riconquistare Mosul, nel discorso diffuso oggi fa riferimento alle sconfitte patite dallo Stato islamico in questa città, così come in altre, in particolare Raqqa e Sirte, in Libia. Ma fa anche appello ai jihadisti perché continuino la lotta contro quelli che definisce i "tiranni", perché il sangue dei miliziani uccisi in Iraq e in Siria non sia stato versato "invano".
"La strada verso la vittoria è fatta di pazienza e resistenza nelle difficoltà", afferma Baghdadi, citando ad esempio i jihadisti uccisi nell'ultima disperata difesa di Mosul: "I soldati dello Stato islamico hanno combattuto duramente e non si sono arresi, se non dopo morti". L'appello a continuare gli attacchi in tutto il mondo, nonostante le sconfitte sul terreno, è chiaro dall'invito a colpire anche "fuori" dai territori ancora in mano all'Isis. E a questo proposito Baghdadi fa un riferimento compiaciuto agli attentati già compiuti: "Gli americani, i russi e gli europei sono terrorizzati dagli attacchi dei mujaheddin", cioè i combattenti islamici, afferma il leader del 'Califfato'.
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