NEW YORK. L'uragano Maria si abbatte su Porto Rico e rischia di causare la più grave catastrofe della storia dell'isola caraibica. Provocando danni gravissimi a una delle dighe principali e un'evacuazione di massa che riguarda oltre 70 mila persone. L'obiettivo è allontanare l'intera popolazione dell'area prima che l'invaso collassi.
"Tutte le aree intorno al fiume Guajataca devono essere evacuate ora. Le vite di chi vive in quella zona sono in pericolo", è l'appello lanciato dal National Weather Service. "E' una situazione estremamente pericolosa - ripetono le autorità locali - e sono stati messi a disposizione molti autobus per evacuare il più velocemente possibile".
Ma la fuga è resa difficile dalla impraticabilità di molte strade devastate dalla tempesta. L'evacuazione riguarda, in particolare, le comunità nordoccidentali di Isabela e Quebradillas. La diga di 316 metri si trova su un lago artificiale di circa 5 chilometri quadrati ed è stata costruita alcuni decenni fa.
Secondo le prime informazioni l'opera ha "subito un cedimento strutturale" e non si sa quanto possa ancora reggere. La situazione e' comunque drammatica in tutta l'isola dove mancano la corrente elettrica: circa tre milioni di persone sono senza luce, e per ripristinarla ci potrebbero anche volere mesi.
Comincia a scarseggiare anche l'acqua, soprattutto quella potabile. La macchina degli aiuti si è messa in moto. Le operazioni di soccorso vanno avanti incessantemente, rese pero' ardue dall'impossibilità di raggiungere molte delle zone colpite. Intanto l'uragano Maria avanza e, dopo la devastazione di Porto Rico, punta a nord verso l'arcipelago delle Bahamas.
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