FIUMICINO. "Una scena orribile che non si vorrebbe mai vedere nella vita e che, purtroppo, non scorderemo mai". Questa la testimonianza di due giovani turisti romani, Tiziano Ramacciani e Adriano Cassio, rientrati questa mattina all'aeroporto di Fiumicino da Barcellona, teatro ieri di un attentato terroristico verificatosi nella zona della Rambla, cuore della città.
"Stavamo passeggiando lungo la Rambla quando, improvvisamente, abbiamo avvertito un grande botto. In quel momento abbiamo pensato che si fosse trattato di un incidente poi - aggiungono ancora visibilmente scossi da quanto vissuto - abbiamo visto un furgone che si lanciava a tutta velocità contro la folla che tentava di scappare per mettersi in salvo. Per questo, siamo scappati anche noi ed abbiamo trovato rifugio all'interno di un negozio".
E ancora: "Qualche attimo prima che venissero chiuse le serrande - racconta Adriano -, mi sono accorto di aver perso il cellulare: era a terra sul marciapiede . Mentre lo raccoglievo, ho visto molte persone, anche bambini, schizzare in aria come birilli travolti dal furgone. Nel negozio, dove c'era già tanta altra gente, la maggior parte delle quali di nazionalità italiana, siamo rimasti barricati all'interno per 5/6 ore. Con i nostri cellulari abbiamo quindi subito chiamato i nostri genitori in Italia, che ancora non sapevano nulla dell'attentato, e li abbiamo rassicurati spiegandogli che stavamo al sicuro. Quando poi la Polizia ci ha dato l'ok, siamo usciti dal negozio ed abbiamo lasciato la cosiddetta 'zona rossa' in cui era avvenuto l'attentato. Un tassista, senza farsi pagare così come tanti altri suoi colleghi, ci ha poi accompagnato in albergo. A quel punto per noi - concludono - la vacanza era da ritenersi già finita dopo un giorno e mezzo passato dal momento del nostro arrivo in città. Abbiamo infatti deciso di rientrare a Roma anzitempo, non tanto per paura quanto perché, dopo ciò che era accaduto, l'atmosfera non era più quella di una vacanza".
Testimonianza simile anche da parte di un altro turista, un ragazzo dell'Ecuador residente a Perugia e rientrato questa mattina dopo essere andato a trovare il padre che vive e abita a Barcellona. "Saranno state le 16.45 - dice il giovane - quando da Piazza Catalunya, il punto in cui mi trovavo in quel momento, ho avvertito come un grande sparo. Poi ho visto la gente che, presa dal panico, scappava dappertutto. Ho capito che si era trattato di un attentato e per questo ho trovato rifugio in un negozio per poi uscirne quando la Polizia me lo ha permesso. Ho avuto molta paura in quel momento, un sentimento, questo &ndashconclude - che così forte non avevo mai provato prima in vita mia".
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