WASHINGTON. Donald Trump torna al passato e reintroduce il bando per le persone transgender dalle forze armate americane, revocando così una decisione presa dal suo predecessore Barack Obama circa un anno fa.
L’annuncio è giunto via Twitter: «Dopo consultazioni con i miei generali ed esperti militari, informo che il governo degli Stati Uniti non accetterà o consentirà ad individui transgender di servire, in qualsivoglia ruolo, nelle forze armate degli Stati Uniti», ha scritto Trump. «I nostri militari devono concentrarsi su decisive e schiaccianti vittorie e non possono essere oberati dai tremendi costi medici e disagi che comporta avere transgender nelle forze armate. Grazie».
Una disposizione che però ha spiazzato il Pentagono, perché, se il commander in chief aveva informato il responsabile della Difesa Jemes Mattis delle sue intenzioni, i dettagli per l'applicazione pratica della nuova linea dettata da Trump sono tutti da stabilire. Ai militari non resta che attrezzarsi: il Pentagono fa sapere che fornirà indicazioni «nel prossimo futuro», «lavoreremo a stretto contatti con la Casa Bianca sulle nuove linee guida del Commander in Chief».
Linee guida comunicate tra l’altro poche settimane dopo la decisione presa da Mattis di ritardare di altri sei mesi il via libera all’arruolamento dei transgender. Si trattava di garantire i tempi utili per gli aggiustamenti necessari ad un simile cambiamento relativo all’arrivo di nuove reclute. Cosa ne sarà invece adesso dei militari transgender che, sulla base della decisione presa da Obama, hanno potuto ad oggi essere apertamente riconosciuti se già parte delle forze armate? Sono tra i 6mila e gli 11mila secondo diverse stime ed è questo il nodo che i tweet di Trump mancano di sciogliere, sollevando preoccupazioni su possibili 'cacciate'.
Le critiche non si fanno attendere: dalle più prevedibili provenienti da democratici e da membri della scorsa amministrazione, come l’ex vicepresidente Joe Biden e l’ex capo del Pentagono Ash Carter o la leader della minoranza democratica alla Camera Nancy Pelosi, ai pur severi giudizi dei repubblicani, con il senatore John McCain in testa che da autorevole reduce ed 'eroè ammonisce: «A chi ha i requisiti medici dove essere consentito di servire» nelle forze armate.
Chi difende la decisione di Trump ne fa soprattutto una questione di risorse, sostenendo che fondi e strutture vanno allocate all’unico scopo di rendere più efficace l’azione dei militari. Ma la dimensione politica del 'bandò è palese ed è vista come la definitiva scelta di campo del presidente Donald Trump dopo che in campagna elettorale aveva sapientemente evitato temi legati ai diritti della comunità Lgbt. E molti non mancano di notare che il presidente sembra così allinearsi con le posizioni - quelle da sempre chiare invece - del vicepresidente Mike Pence.
Intanto il militare trans più noto d’America mette in chiaro cosa ne pensa: «Sembra una vigliaccata». Così Chelsea Manning - l'ex soldato, oggi soldatessa, dell’esercito americano condannata per aver passato una valanga di documenti segreti a WikiLeaks poi graziata da Barack Obama - ha commentato via Twitter: «Quindi, le forze armate più grandi più forti più $$$ (ricche ndr) sulla terra si lamentano per qualche persona trans ma finanziano gli F35? Suona come una vigliaccheria».
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia