TALLINN. Gli Stati europei blindano i loro confini e dicono all'apertura dei porti per l'arrivo dei migranti salvati nel Mediterraneo.
Secco "no" del Belgio: "Non credo che apriremo i nostri porti" ai migranti, ha detto il ministro per l'Asilo e politica migratoria belga Theo Francken arrivando all'incontro informale a Tallinn.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'Olanda. "Aprire più porti" europei ai migranti soccorsi "non risolverà il problema", sostiene il ministro per la Sicurezza e Giustizia olandese Stef Blok (sempre all'incontro a Tallinn). "Bisogna pensare - aggiunge - al ruolo che i porti africani potrebbero avere", porti come quelli "di Tunisia ed Egitto ad esempio".
"Non sosteniamo la cosiddetta regionalizzazione delle operazioni di salvataggio", gli fa eco il ministro dell'Interno tedesco Thomas de Maiziere, in riferimento alla proposta italiana di condividere con altri Stati l'accoglienza dei migranti salvati nel Mediterraneo.
"Nel dibattito con l'Unione europea non credo si porrà un limite di risorse per la gestione del problema dei migranti", ha detto il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, intervistato da Gr1, sottolineando che l'Italia "fa molto più del dovuto" per un problema che è italiano ma anche europeo. Per questo, serve "un atteggiamento uniforme tra tutti i paesi dell'Europa".
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