Lunedì 25 Novembre 2024

Virginia, spari contro repubblicani: ferito deputato, ucciso l'assalitore

WASHINGTON.  Drammatica escalation dello scontro politico in America. Un uomo, alle porte di Washington, ha aperto il fuoco con un fucile semiautomatico contro alcuni membri repubblicani del Congresso che si allenavano per una partita di baseball. Tra i feriti, il numero tre del partito alla Camera, Steve Scalise, un fedelissimo di Donald Trump. Mentre l’assalitore, colpito a morte dagli agenti, si professava un fan sfegatato di Bernie Sanders, per il quale aveva fatto il volontario durante l’ultima campagna elettorale. Scagliandosi più volte sul suo profilo Facebook contro il presidente in carica, liquidandolo come «un traditore». E descrivendo i repubblicani come «i talebani degli Stati Uniti». Il Paese è sotto shock. I feriti alla fine sono cinque, tra cui due agenti e un assistente parlamentare. Ma poteva essere una strage se la polizia non fosse intervenuta nemmeno tre minuti dopo l’allarme lanciato con una telefonata al 911, il numero d’emergenza. «Grazie al coraggio dei poliziotti è stato evitato il massacro», ha spiegato Trump parlando in diretta tv alla nazione. Nonostante per gli investigatori sia ancora troppo presto per trarre conclusioni affrettate, appare chiara la motivazione politica che ha spinto James Hodgkinson, 66 anni, originario dell’Illinois, ad imbracciare l’arma. E lo stesso tycoon - nel giorno del suo 71esimo compleanno - ha deciso di reagire senza alzare i toni, ma lanciando un appello all’unità, così come aveva già fatto dopo una delle campagne elettorali più divisive che si ricordino nella storia americana: «Siamo più forti quando siamo uniti e dobbiamo lavorare insieme per il bene comune». Pazienza se gran parte dei detrattori accusa proprio lui di alimentare tensioni e contrapposizioni nel Paese. Il panico si è scatenato di prima mattina su un campo da baseball di Alexandria, in Virginia, a pochi chilometri dalla capitale federale. Una mattinata calda, afosa, ma spensierata, in cui parlamentari, assistenti e impiegati del Grand Old Party si stavano preparando per la tradizionale sfida contro la rappresentativa dei democratici, come ogni anno. All’improvviso l'inferno di fuoco, durato da cinque a dieci minuti raccontano i testimoni, con decine di colpi esplosi: da dietro la rete metallica, all’altezza di una delle panchine, Hodgkinson ha cominciato a sparare all’impazzata con un fucile semiautomatico. Poco prima sembra avesse chiesto informazioni su cosa stesse accadendo sul campo e su chi fosse presente. Uno dei primi ad essere colpiti è stato Scalise - coordinatore del gruppo repubblicano alla Camera - raggiunto dai proiettili ad un’anca. Ricoverato ed operato, le sue condizioni sono stabili. Ma appena comparse le breaking news su tutti i media, il pensiero è inevitabilmente andato alla strage di Tucson del 2011, quando rimase gravemente ferita alla testa la deputata democratica Gabrielle Giffords. Nel fuggi fuggi generale sono rimaste a terra altre quattro persone, tra cui due degli agenti che hanno affrontato lo sparatore colpendolo a morte. Fin dal primo punto stampa gli investigatori di fatto hanno scartato la pista del terrorismo. Anche se Washington è rimasta blindata per ore, con il Congresso ma anche il presidente e il vice presidente che hanno annullato tutti gli eventi in programma. Tutto è diventato più chiaro quando l’uomo che ha seminato il terrore è stato identificato. E una rapida ricerca sui suoi profili social ha portato alla luce mesi e mesi di rancore politico.

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