NEW YORK. Il Russiagate fa tremare l'amministrazione Trump alla vigilia dell'audizione in Congresso dell'ex numero uno dell'Fbi James Comey. Il ministro della Giustizia Jeff Sessions è pronto a lasciare l'incarico sulla scia delle tensioni con il presidente americano Donald Trump. Tensioni nate proprio intorno alle indagini sulla Russia: contrariamente alla volontà di Trump, Sessions ha deciso di astenersi dall'inchiesta, aprendo di fatto la strada alla nomina di un procuratore speciale. Una decisione che a Trump, riporta ABC, non sarebbe andata giù. Nonostante siano passati mesi dall'annuncio di Sessions, il presidente non avrebbe digerito la presa di distanza, vissuta probabilmente come un 'tradimento'. Nelle ultime settimane la tensione sarebbe salita ulteriormente, con Trump che non avrebbe risparmiato critiche a Sessions durante le riunioni. Critiche, velate ma non troppo, Trump le ha affidate anche a Twitter, mettendo in dubbio l'operato del Dipartimento di Giustizia sul bando agli arrivi da sei paesi a maggioranza musulmana. ''Il Dipartimento di Giustizia avrebbe dovuto mantenere il bando originale, non la versione annacquata e politicamente corretta presentata alla Corte Suprema'' ha twittato Trump nelle ultime ore, in un attacco indiretto a Sessions. Con l'amministrazione in difficolta', Trump si prepara ad affrontare la prova dell'audizione di Comey. ''Gli auguro nuova fortuna'' ha detto Trump. Secondo indiscrezioni, Comey in Congresso si limiterà a raccontare i fatti, omettendo conclusioni legali e soprattutto evitando di accusare Trump di ostruzione della giustizia per Michael Flynn, l'ex consigliere alla sicurezza nazionale travolto dal Russiagate. Non è escluso che Trump segue la diretta televisiva dell'audizione: anche se la Casa Bianca ufficialmente descrive la giornata di giovedì come particolarmente impegnata per il presidente, alcuni funzionari riferiscono che il presidente potrebbe seguirla e commentarla direttamente su Twitter.