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Svolta sul Russiagate, nominato un ex Fbi per le indagini

WASHINGTON. Svolta sul Russiagate. Il Dipartimento di giustizia americano ha infatti deciso di nominare un procuratore speciale con l'incarico di sovrintendere le indagini federali in corso: dalle interferenze di Mosca sulle elezioni presidenziali Usa del 2016 ai possibili legami tra la campagna di Donald Trump e agenti russi.

L'incarico di 'super commissario' è stato affidato all'ex direttore dell'Fbi Robert Mueller, che gode non solo di una enorme stima all'interno del bureau investigativo che ha guidato per dodici anni, ma anche di un consenso bipartisan per le sue indiscusse capacità professionali. "Le indagini dimostreranno che non c'è stata nessuna collusione tra la mia campagna ed alcuna entità straniera", il commento di Donald Trump, affidato ad una nota diffusa dalla Casa Bianca 90 minuti dopo l'annuncio della nomina di Mueller data dal vice ministro della giustizia Rod Rosenstein. "Spero che questa questione si chiuda rapidamente. Nel frattempo - aggiunge il presidente americano - non smetterò mai di combattere per la gente e per le questioni che più importano per il futuro del Paese".

Ma inevitabilmente la mossa del dipartimento di giustizia, motivata anche dalla necessità di calmare le acque e di rassicurare l'Fbi dopo il licenziamento di James Comey, non tranquillizza la Casa Bianca. Anzi, non può che preoccupare il presidente Trump. Mueller infatti godrà di una enorme indipendenza, più grande di quella che avrebbe avuto il ministro della giustizia Jeff Sessions, costretto alcune settimane fa a un passo indietro per il suo coinvolgimento diretto nel Russiagate. L'ex capo dell'Fbi avrà infatti la facoltà di decidere fino a quale punto consultarsi e informare il dipartimento di giustizia sugli sviluppi delle indagini. E queste potrebbero subire un'accelerazione con risvolti inediti. La nomina di Mueller - dimessosi dal suo lavoro in un'azienda privata per evitare ogni conflitto di interesse - viene incontro anche all'insistente pressing dei democratici che a gran voce chiedono da settimane indagini più indipendenti e trasparenti. Indagini che dovrebbero subire un impulso non da poco, visto la fama di rude e scrupoloso investigatore che Mueller ha maturato all'Fbi dal 2001 (nominato da George W. Bush) al 2013.

IL CASO - Nuova bufera su Donald Trump. Il presidente Usa chiese al direttore dell'Fbi, James Comey, di chiudere le indagini su Michael Flynn, il consigliere alla sicurezza nazionale travolto dal Russiagate.

L'indiscrezione del New York Times viene tempestivamente smentita dalla Casa Bianca: ''il presidente non ha mai chiesto a Comey o altri di mettere fine alle indagini''. Ma il rumor e' una nuova grana per l'amministrazione, già alle prese con la condivisione di informazioni classificate con la Russia.

A differenza del caso russo, però, se l'indiscrezione del New York Times fosse confermata si tratterebbe di una ''prova evidente'' del fatto che il presidente abbia cercato di esercitare la sua influenza sul Dipartimento di Giustizia e sull'Fbi. Si tratterebbe di tentata ostruzione alla giustizia, e soprattutto darebbe una spiegazione al licenziamento repentino di Comey.

La richiesta di Trump è stata documentata da Comey dopo l'incontro faccia a faccia con il direttore dell'Fbi nello Studio Ovale, riporta il New York Times. Era febbraio e Comey era alla Casa Bianca, nello Studio Ovale, insieme ad altri funzionari alla sicurezza nazionale per un incontro sulla minaccia del terrorismo. Alla fine dell'incontro, Trump avrebbe chiesto a tutti - inclusi il vice presidente Mike Pence e il ministro della Giustizia Jeff Sessions - di lasciare la stanza ad eccezione di Comey. Il presidente allora ha quindi iniziato a parlare della fuga di notizie ai media, suggerendo a Comey di prevedere il carcere per i giornalisti che pubblicavano informazioni classificate.

L'attenzione del presidente si e' poi rivolta a Flynn. ''E' una brava persona, spero lasci andare'' le indagini, avrebbe detto Trump. La conversazione e' stata documentata da Comey, che di solito metteva per iscritto i suoi incontri, come accaduto nel 2007 sul programma di intercettazioni di George W. Bush. Comey avrebbe parlato della conversazione con Trump anche con alcuni agenti dell'Fbi, con in quali condivise l'impressione di un tentativo di influenzare le indagini. Comey e i suoi uomini erano pero' arrivati alla conclusione di mantenere il colloquio segreto perche' non in grado di influenzare l'indagine.

Parlamentare dem, chiederò impeachment Trump  - Il parlamentare democratico Al Green chiedera' oggi alla Camera l'impeachment per il presidente americano Donald Trump. Lo annuncia Green su Twitter. ''Oggi al Congresso degli Stati Uniti d'America chiedero' l'impeachment del presidente'' twitta Green, sottolineando che parlera' in Congresso fra le 10 e le 11 ora locale, fra le 16 e le 17 ora italiana. Non e' chiaro quanti democratici siano disposti ad appoggiare la sua richiesta, visto che non e' stata condotta alcuna indagine e non ci sono ancora prove ufficiali e concrete di ostruzione alla giustizia di Trump con la richiesta a James Comey di fermare le indagini su Michael Flynn. Non e' neanche la prima volta che Green parla di impeachment di Trump. Lo aveva fatto il 15 maggio scorso, accusando il presidente di ''aver commesso atti riconducibili all'impeachment e per questo doveva essere accusato''. L'accusa di Green si basava sull'ostruzione alle indagini sul Russiagate con il licenziamento di Comey.

Putin, contro Trump schizofrenia politica in Usa - "In Usa si sta sviluppando una specie di schizofrenia politica. Se l'amministrazione Usa è d'accordo noi siamo disposti a pubblicare il testo dell'incontro fra il presidente e Serghei Lavrov: è impossibile immaginare una bufala del genere".

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