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Autobomba esplode tra i civili ad Aleppo: "Più di 100 morti, almeno 68 bambini"

ROMA.  Tra le vittime dell’attentato terroristico che ieri ha colpito un convoglio di pullman che stava evacuando profughi, in gran parte sciiti, in fuga dalla città siriana di Aleppo, almeno 68 sono bambini e 13 le donne.  Lo rende noto l’Osservatore siriano per i diritti umani (Ondus).

Il bilancio dell’attentato kamikaze è salito a 126 morti. Le operazioni di evacuazione dei civili sono riprese oggi:  almeno 3000 siriani saranno trasferiti da Foua e Kfarya, mentre  altri 200, in maggioranza combattenti, saranno evacuati da Zabadani e Madaya.

Gli islamisti ultraconservatori di Ahrar al Sham, uno dei maggiori gruppi ribelli siriani ha affermato che molti dei suoi membri sono rimasti uccisi oggi nei pressi di Aleppo nel nord della Siria dove un’autobomba ha causato una strage.

Il gruppo, che ha chiesto un’inchiesta internazionale su quanto accaduto per appurarne in colpevoli, ha condannato l’attacco definendolo «vigliacco».

Secondo le ricostruzioni concordanti dei media locali, l'esplosione è stata causata da un pick-up bomba guidato da un attentatore suicida che si è scagliato contro un assembramento di civili evacuati da località assediate nella regione di Idlib e di Damasco. Il pick-up bomba doveva essere sul posto per distribuire cibo e bevande alle centinaia di persone che sostavano a Rashidin da questa mattina.

Per soccorrere i numerosi feriti sono state usate anche ambulanze messe a disposizione per completare l’evacuazione dalle varie città assediate, tra cui mezzi di soccorso affidati all’ala siriana di al Qaida, che è parte integrante dell’accordo raggiunto con gli Hezbollah e con la mediazione di Iran e Qatar.

Le immagini video diffuse dai media dal luogo dell’attentato mostrano diversi corpi senza vita a terra, numerose auto in fiamme, scene di disperazione e urla dei feriti e dei soccorritori.

A Rashidin erano arrivati in circa due mila persone nelle ultime ore da Fuaa e Kafraya, località assediate a Idlib. Altre due migliaia circa erano arrivate ieri sera provenienti da Madaya e Zabadani, altre due località assediate nella regione di Damasco, centinaia di chilometri più a sud. L’accordo di evacuazione era stato raggiunto «per ragioni umanitarie» dopo anni di assedio militare.

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