ROMA. L’Italia insorge e si mobilita contro la caccia ai gay in Cecenia. In centinaia rastrellati, detenuti, torturati ed alcuni di loro anche uccisi in apposite prigioni-lager, come denunciato nei giorni scorsi da Novaya Gazeta, la testata russa indipendente che pubblicò gli articoli di Anna Politkovskaja, uccisa dieci anni a fa a Mosca.
Nero su bianco ci sono le testimonianze di alcune vittime rilasciate previo il pagamento di esosi riscatti elargiti sottobanco a poliziotti corrotti. Gli omosessuali catturati - è l'accusa di Novaya Gazeta - vengono detenuti illegalmente in almeno una prigione segreta ad Argun, non lontano da Grozny.
«I morti sono almeno tre», ma alcune fonti «sostengono che siano molti di più». Alcuni hanno anche raccontato di essere stati seviziati con l’elettricità. «Faceva male - ha detto un ex prigioniero - e io dopo un pò svenivo e cadevo. Con la corrente elettrica il corpo comincia a tremare, uno smette di ragionare e comincia a urlare.
Per mettere fine a questa persecuzione omofoba, l’Arcigay ha invocato oggi l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Mosca per una visita al Cremlino che cade in un momento di ridefinizione degli scenari geopolitici assai delicato, all’indomani dell’attacco missilistico deciso da Donald Trump in Siria.
Liquidare l’inchiesta come un «pesce d’aprile» non è servito alle autorità russe per insabbiare la vergogna portata alla luce da Novaya Gazeta. «Diverse fonti e testimonianze dirette hanno confermato quel racconto, e riceviamo addirittura notizie di un vero e proprio campo di concentramento per omosessuali a ridosso del confine tra la Cecenia e la Georgia», ha scritto il segretario nazionale di Arcigay Gabriele Piazzoni. «Non si tratta di un fatto isolato né inatteso: quello che succede nei territori della Federazione russa è l’esito estremo e raccapricciante della politica omofoba e violenta di Vladimir Putin», ha aggiunto.
Anche Tanya Lokshina di Human Rights Watch per la Russia ha denunciato l’impennata di violenza verso le persone Lgbt in Cecenia e l’assenza di reazione da parte del Cremlino.
I senatori del Pd Sergio Lo Giudice, Monica Cirinnà e Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani, hanno predisposto un’interrogazione al ministero degli Esteri per chiedere una posizione forte dell’Italia davanti a questa vergogna, sollecitando «l'invio di osservatori internazionali in Cecenia». E se Erasmo Palazzotto, deputato di Sinistra Italiana-Possibile, ha esortato Mattarella a manifestare a Putin "la condanna dell’Italia davanti a crimini di questa natura», il capogruppo S&D al Parlamento europeo, Gianni Pittella ha twittato: «Le notizie dalla Cecenia fanno rabbrividire: uomini ammassati e messi in campi di concentramento perché gay».
L’associazione radicale 'Certi diritti' ha invece scritto a Federica Mogherini e Angelino Alfano: «Chiediamo che siano attivate tutte le iniziative urgenti e necessarie per l’invio di osservatori internazionali in Cecenia e concedendo immediatamente asilo ai sopravvissuti e alle vittime potenziali di questa follia».
Intanto, il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova ha assicurato di aver attivato gli uffici della Farnesina per avere informazioni sulla situazione dei gay in Cecenia e sulla denunciata inaccettabile violazione dei diritti umani».
Caricamento commenti
Commenta la notizia