La strage dei bambini in Siria, Trump lancia la sfida ad Assad. E Oggi bozza di risoluzione all'Onu
NEW YORK. Le atrocità del regime di Assad? Sono colpa della debolezza e delle incertezze di Barack Obama. Parola di Donald Trump, che ha definito "intollerabile" l'attacco con armi chimiche nella provincia siriana di Idlib, invitando il mondo civilizzato a non chiudere gli occhi, a non ignorare quanto accaduto. Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno elaborato una bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite che condanna l'attacco chimico nella provincia siriana di Idlib e l'hanno diffusa ai 15 membri. Lo confermano fonti diplomatiche Onu. La bozza è soggetta alla procedura del 'silenzio assenso' sino a stamattina alle 9 ora locale, le 15 in Italia: se nessuno si oppone entro quel termine viene adottata. Il Consiglio di sicurezza Onu si riunirà d'urgenza oggi alle 10 locali (le 16 in Italia). Intanto dalle prime indagini compiute dagli Stati Uniti arriverebbe la conferma che la strage di adulti e bambini è stata compiuta dal regime di Damasco utilizzando il gas sarin. Con il capo della diplomazia Usa, Rex Tillerson, che punta il dito anche contro la Russia e l'Iran: "Hanno grandi responsabilità morali", ha affermato il segretario di stato. Adesso sono in molti a prevedere una svolta nella strategia di Trump in Siria, anche a costo di entrare in rotta di collisione con Mosca e Teheran, finora alleati nella lotta all'Isis. Il presidente americano potrebbe essere infatti tentato dal cambiare atteggiamento nei confronti del regime di Assad, che continua ad essere appoggiato dal Cremlino e dal regime degli ayatollah. Fin dai tempi della campagna elettorale per le presidenziali Usa il dittatore siriano non è mai stato l'obiettivo numero uno del tycoon: per lui la cosa più importante - come ripetuto più volte - è sempre stato il contributo dato dal governo siriano alla guerra contro lo stato islamico. E se oggi Trump attribuisce gran parte della grave situazione alla linea troppo morbida di Obama, in realtà per mesi ha accusato il suo predecessore di chiedere insistentemente il passo indietro di Assad. Un passo indietro che non c'è mai stato e che adesso il nuovo inquilino della Casa Bianca potrebbe pretendere, sfidando soprattutto Putin. Intanto una città in mano ai ribelli nel nord della Siria è stata esposta ad agenti tossici provenienti da un arsenale ribelle colpito da un bombardamento aereo siriano: così il ministero della Difesa russo parla di quanto accaduto ieri nella provincia di Idlib, dove sono morte decine di persone. Mosca smentirebbe così da parte sua l'ipotesi che il regime di Damasco abbia volutamente eseguito un attacco chimico. Il portavoce del ministero, il generale maggiore Igor Konashenkov, ha detto stamattina che le attività militari russe hanno registrato ieri un attacco delle forze aeree siriane su depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella periferia orientale della città di Khan Sheikhoun. Konashenkov ha aggiunto che armi chimiche prodotte dalla fabbrica sono state utilizzati in Iraq e lo stesso tipo di armi erano state usate precedentemente dai ribelli ad Aleppo, dove si erano riscontrate sintomatologie simili a quelle osservate nelle immagini arrivate ieri da Khan Sheikhoun.