ROMA. Sale ad otto il bilancio degli arresti compiuti a Birmingham e in altre parti del Regno Unito effettuati dalla polizia nei raid legati all'attacco di ieri a Westminster. Secondo la Cnn, gli arresti sarebbero stati compiuti in almeno sei diversi indirizzi in varie località del Paese. I primi raid sono iniziati nella notte quando i reparti della polizia britannica sono entrati in un appartamento al piano di sopra di un negozio poco ad ovest del centro della città di Birmingham, attorno al quale le strade sono rimaste chiuse per diverse ore. Lo riferisce il quotidiano the Guardian nel suo sito online, notando che ieri sera la Bbc aveva reso noto che il suv usato per l'attacco, un Hyundai i40, potrebbe essere stato noleggiato a Birmingham. Sarebbe originario di Birmingham, una delle 'capitali' islamiche del Regno Unito, l’autore dell’attacco. Lo riporta l’agenzia Pa, citando le testimonianze di persone residenti nel quartiere della città inglese delle Midlands. L'uomo è stato "ispirato dal terrorismo internazionale", emerge dalle indagini condotte da Scotland Yard - secondo quanto riferito dal vice capo della polizia di Londra Mark Rowley - che ribadisce che avrebbe agito da solo, mentre i sette arresti compiuti in diverse località del Paese riguardano possibili fiancheggiatori ma non complici. IL BILANCIO DELLE VITTIME. E' di quattro morti, compreso l'attentatore, il bilancio dell'attacco terroristico di ieri a Westminster. Lo ha reso noto questa mattina il vice capo della polizia di Londra (Met), Mark Rowley. Le vittime civili, ha precisato, sono "una donna di circa 45 anni e un uomo di circa 55 anni". Tra le vittime, c'è anche l'agente Keith Palmer, ha aggiunto, precisando che il quarto morto "è ovviamente il terrorista che è stato ucciso sulla scena" del crimine. Almeno sette delle oltre 40 persone rimaste ferite ieri, nell'attacco di Westminster, sono in condizioni critiche. E' quanto ha riferito - citato dalla Cnn - il vice capo della polizia di Londra (Met), Mark Rowley, sottolineando che le persone rimaste coinvolte nell'attacco hanno diverse nazionalità. Intanto sono 29 le persone - ha aggiunto - ancora ricoverate in ospedale. E l'attacco al Parlamento di Londra a 72 ore dall'appuntamento al Campidoglio per i sessant'anni dei Trattati di Roma, con decine di capi di Stato e di Governo in arrivo nella Capitale, spinge l'Italia a rileggere le misure di sicurezza già predisposte e ad innalzare al massimo il livello di attenzione, sia sotto il profilo informativo che sotto quello operativo. Partendo però da un dato ben chiaro a tutti gli appartenenti agli apparati di sicurezza: non c'erano prima e non ci sono adesso allarmi specifici per il nostro paese. Ci sono poi due ulteriori considerazioni da fare 'a monte': ormai da un anno l'allerta nel nostro paese è a livello due, vale a dire il più alto prima di quello che scatterebbe in caso di attentato terroristico. E dunque c'è poco da aggiungere in termini di numeri e strategia, semmai da rimodulare. Inoltre, come hanno ribadito nell'ultima relazione al Parlamento gli 007, è ormai "sempre più concreto" il rischio che alcuni soggetti possano "compiere il jihad" in territorio italiano. Già da mesi, dunque, l'appuntamento di sabato è segnato in rosso nell'agenda di antiterrorismo e intelligence, ma è ovvio che l'azione nella capitale inglese, pur escludendo qualsiasi tipo di legame o connessione con le manifestazioni in programma a Roma, richieda un supplemento di valutazione. Ecco perché sarà il ministro dell'Interno Marco Minniti - che fin dalle prime notizie provenienti da Londra è rimasto in costante contatto con i vertici delle forze di polizia e dell'intelligence - a presiedere la riunione del Comitato di Analisi Strategica antiterrorismo (Casa) convocata al Viminale: un'occasione per fare il punto della situazione, incrociare le informazioni provenienti da Londra con le informative riservate dei servizi alleati già analizzate nei precedenti incontri, valutare la necessità di predisporre nuove misure o rimodulare quelle già in atto. Prima tra tutti la sospensione di Schengen. Nel Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto la settimana scorsa proprio per mettere a punto il dispositivo di sicurezza in vista di sabato, questa possibilità è stata scartata e, allo stato, le valutazioni non sono cambiate. Ma non è escluso che al termine del Casa qualcosa possa esser rivisto. E' probabile, inoltre, che venga predisposta una circolare per invitare prefetti e questori al massimo impegno sul fronte informativo e a rimodulare il dispositivo di sicurezza soprattutto per quanto riguarda gli interessi inglesi (ambasciate e sedi consolari, istituti di cultura e uffici delle compagnie aeree, scuole e università) e gli obiettivi istituzionali.