LONDRA. Lo storico palazzo di Westminster, casa del parlamento britannico sulla riva nord del Tamigi, va sottoposto con urgenza ai programmati lavori di restauro su vasta scala - con il trasferimento altrove per diversi anni di deputati e lord - pena rischi di "un'avaria catastrofica". Lo afferma il rapporto di una commissione della Camera dei Comuni incaricata di esprimere un parere al riguardo, il Public Accounts Committee, sposando in pieno il progetto reso noto l'anno scorso che prevede l'avvio del megaintervento sull'edificio e sulle sue infrastrutture a partire dal 2019: a un costo stimato fra i 3,5 e i 3,9 miliardi di sterline.
Secondo il rapporto, si tratta di una iniziativa che non può attendere oltre: sia per la salvaguardia della costruzione, inserita dall'Unesco nella lista dei siti considerati patrimonio dell'umanità, sia per la sicurezza delle persone. I pericoli maggiori, per una struttura già rinata dalle sue ceneri dopo essere stata devastata da un incendio nel 1834, vengono dagli impianti elettrici ormai vetusti, dalle infiltrazioni d'acqua, dalle tracce di amianto. E i costi attuali di manutenzione, in caso di rinvii, minacciano di impennarsi dagli attuali 50-60 milioni di sterline annui a 85 milioni, si legge nel documento.
Per il via libera definitivo occorre tuttavia anche un passaggio alla Commissione Tesoro, che finora e' parsa alquanto esitante, mentre l'evacuazione completa - anche se si dovesse rispettare la scadenza del 2019 per l'inizio dei lavori - non e' prevedibile prima del 2023, riferisce la Bbc.
Come sistemazione temporanea futura dei due rami del parlamento del regno, si pensa intanto a strutture non lontane: la sede del ministero della Sanita' per la Camera dei Lord; e il più recente Queen Elizabeth II Conference Centre (QEII) per quella dei Comuni. Westminster conta oltre 1000 stanze. La parte superstite più antica, Westminster Hall, l'unica originale del Medioevo, risale al 1097. Il resto è stato ricostruito nell'800.
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