GINEVRA. Sarà ora più facile ottenere l'ambito passaporto elvetico per i nipoti di immigrati, tra i quali molti italiani, nati e cresciuti in Svizzera. Chiamati oggi alle urne, gli elettori della Confederazione hanno infatti approvato con il 60,4% una modifica costituzionale sulla naturalizzazione agevolata per i giovani stranieri di terza generazione.
Il testo ha ottenuto anche la maggioranza dei cantoni: 19 su 26 hanno votato sì. Finora - ricorda l'agenzia di stampa svizzera Ats - i progetti per facilitare l'ottenimento della cittadinanza da parte dei discendenti di immigrati non avevano mai superato lo scoglio delle urne. Oggi invece il consenso è stato ampio, con punte superiori al 70% nei cantoni di Giura, Vaud, Ginevra e Neuchatel.
Per i giovani stranieri di terza generazione sarà dunque un pò più semplice e meno costoso ottenere il passaporto rossocrociato, anche se non sarà automatico. Gli stranieri dovranno infatti candidarsi e potranno beneficiare della procedura agevolata solo se nati sul territorio elvetico, se hanno meno di 25 anni, detengono un permesso di domicilio ed hanno frequentato almeno 5 anni di scuola dell'obbligo in Svizzera.
Inoltre, almeno uno dei genitori ed uno dei nonni devono tra l'altro aver soggiornato in Svizzera. Soddisfatto, il governo ha sottolineato che gli aspiranti dovranno dimostrare la loro integrazione. La ministra di giustizia e polizia Simmonetta Sommaruga ha ricordato che ne approfitteranno 25 mila giovani, soprattutto italiani, spagnoli e portoghesi, che con procedura agevolata otterranno «il passaporto della loro patria, quello svizzero».
La naturalizzazione facilitata era sostenuta da tutti i grandi partiti, ad eccezione del partito di destra Udc che ha fatto campagna contro agitando la paura di giovani non integrati e dell'Islam con manifesti raffiguranti una donna con il niqab. Per la deputata socialista Ada Marra, di origini pugliesi, si tratta di una «grande vittoria». Le nuove disposizioni - scrive l'Ats - potrebbero entrare in vigore l'anno prossimo insieme alle modifiche della Legge federale sull'acquisto e la perdita della cittadinanza svizzera. Severa sconfitta del governo invece per la Riforma dell'imposizione delle imprese, secondo tema in votazione a livello federale bocciato da oltre il 59% dei votanti.
Il progetto approvato dal parlamento era combattuto da un referendum del Partito socialista. Scopo della Riforma, che godeva dell'appoggio delle maggiori organizzazioni economiche, era di adeguare ai nuovi standard internazionali il sistema fiscale svizzero, ed in particolare i regimi speciali ideati per attirare holding, società miste e società di domicilio.
La Riforma prevedeva di sopprimere l'imposizione ridotta delle società con statuto speciale e nuove misure di sgravio fiscale per promuovere innovazione e attività di ricerca e sviluppo. Senza sorprese, gli Svizzeri hanno infine approvato con il 61,9% di Sì la creazione di un Fondo per finanziare le strade nazionali e il traffico d'agglomerato.
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