ROMA. «La giudice ha saputo ascoltare, ha preso atto del diritto all'accoglienza, almeno sul territorio francese». È soddisfatto Cèdric Herrou, il contadino-passeur della Valle della Roia, che nel 2016 ha aiutato circa 200 migranti, tra cui molti bambini, a passare la frontiera italo-francese. Oggi il tribunale di Nizza gli ha inflitto solo una multa di 3.000 euro con la condizionale.
«L'ho presa piuttosto bene», ha commentato il militante no-border, all'uscita dal tribunale, approfittando dei giornalisti e delle telecamere per ribadire che la sua lotta per l'accoglienza andrà avanti, nel solco di un ideale di «Europa sociale e umana», e che non sarà «la minaccia di un prefetto e gli insulti di un politico o due» a fermarlo.
Herrou, 37 anni, diventato un simbolo dell'aiuto ai migranti in difficoltà, era finito in tribunale il 4 gennaio. La procura aveva chiesto una condanna a 8 mesi con la condizionale, la confisca del veicolo con il quale andava a prendere i migranti a Ventimiglia per portarli in Francia, e la limitazione dell'uso della patente al solo esercizio della sua professione.
Il tribunale ha di fatto riconosciuto - spiegano i media francesi - l'«immunità penale» che si applica ai «passeur umanitari» per l'aiuto dato ai migranti che ha incrociato lungo la strada o a quelli che si sono presentati direttamente alla sua porta a Breil-sur-Roya. Lo ha invece ritenuto colpevole di «aiuto all'ingresso e al soggiorno» ai migranti che era andato a prendere direttamente in territorio italiano, e per i quali Herrou non avrebbe fornito le prove che «ogni azione di salvaguardia fosse individuale».
Su questo punto, l'avvocato del no-border si riserva di presentare appello sostenendo che il suo assistito ha una lista con i nomi di tutti coloro che ha aiutato. Il contadino è stato invece prosciolto dall'accusa di aver ospitato 57 migranti, tra cui 29 minori, in un centro vacanze in disuso della Sncf, la società ferroviaria francese, a Saint-Dalmas de Tende, sempre nella valle frontaliera. In questo caso, il tribunale ha riconosciuto «lo stato di necessità» delle persone a cui Herrou e i militanti dell'associazione Roya Citoyenne hanno offerto rifugio.
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