NEW YORK. L'amministrazione Trump prepara nuove sanzioni contro l'Iran. Dopo aver messo «ufficialmente» Teheran «sull'avviso» in seguito al test missilistico dei giorni scorsi, la Casa Bianca - secondo indiscrezioni del Wall Street Journal - si prepara all'affondo, con sanzioni su una decina di entità iraniane per il ruolo svolto nello sviluppo di missili e nel terrorismo. Una mossa che potrebbe esacerbare le tensioni fra i due paesi, già alte con Teheran che ha annunciato per voce di Ali Akbar Velayati, consigliere per gli affari internazionali della Guida suprema Sayyed Ali Khamenei, che «l'attività sui missili andrà avanti a piena forza». Poi ancora con il portavoce del ministero degli Esteri, Bahram Qasemi che ha sentenziato: le affermazioni del consigliere di Trump per la sicurezza, Michael Flynn, «sono provocatorie, prive di fondamento e ripetitive». Non accenna ad attenuarsi, dunque, la bagarre promessa e scatenata da Trump dal momento del suo insediamento. Usa e Iran tornano a confrontarsi a muso duro, riaccendendo fuochi mai sopiti dalla rivoluzione khomeinista del 1979. D'altra parte Velayati è stato chiaro, affermando che «l'Iran rimarrà indifferente alle minacce di Washington» e «non cercherà il permesso di nessun Paese per difendersi». Un pò come è sempre stato. Ma il consigliere anziano di Khamenei ha anche aggiunto che l'Iran «è a conoscenza di alcuni casi di interferenze nella regione» e ha invitato a «essere attenti e vigili sulle infiltrazioni di elementi stranieri». Sulla stessa linea anche il ministero degli Esteri che ha ribadito con Qasemi che i test missilistici iraniani non sono in contraddizione con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2231 «perchè nessuno dei missili è progettato per trasportare testate nucleari». Anche il portavoce della diplomazia iraniana ha affermato che «la politica di legittima difesa dell'Iran è coerente con le leggi e i regolamenti internazionali e non è negoziabile a nessuna condizione». Ma oggi non è mancata neppure la voce di risposta alle affermazioni dei vertici americani che avevano parlato di fallimento del test di domenica scorsa, poichè il missile balistico lanciato dall'Iran sarebbe esploso dopo aver percorso 630 miglia (1.013 chilometri). Un'affermazione smentita dal ministro della Difesa iraniano, generale Hossein Dehqan, per il quale il test missilistico condotto nei giorni scorsi dall'Iran «ha avuto pieno successo». Nella giornata caratterizzata dalle risposte iraniane alla Casa Bianca è arrivato anche il 'consigliò del primo vicepresidente dell'Iran, Eshaq Jahangiri, al governo americano. Per garantire la sicurezza, gli Stati Uniti «hanno bisogno di rivedere la loro politica estera e di abbandonare le azioni di bullismo», ha detto Jahangiri per il quale «le campagne militari contro nazioni del Medio Oriente come l'Iraq e l'Afghanistan e il massacro di civili ha inevitabilmente minato la sicurezza degli Usa». Quindi, ha concluso, «per cambiare questa situazione, i vertici americani devono cambiare le loro politiche».