WASHINGTON. 'America First', prima l'America. È il giorno più lungo per Donald Trump, e lo si intravede dallo sguardo teso prima del solenne giuramento con cui diventa ufficialmente il 45/mo presidente degli Stati Uniti. Nemmeno un'accoglienza da stadio sembra metterlo a suo agio. Ma presa la parola per il suo primo discorso da Commander in Chief, The Donald ritrova la grinta di sempre. E il suo messaggio è totalmente coerente con quanto predicato per mesi e mesi, il messaggio che lo ha trasformato da outsider nella corsa alla Casa Bianca ad assoluto protagonista. «Basta con questa carneficina americana, la fermerò immediatamente», promette. Dove con il cupo termine «carneficina» si riferisce non solo alla perdita di posti di lavoro e alle industrie «arrugginite» diventate cattedrali nel deserto, ma anche alle città affette dal crimine e ai ghetti dove ci sono tante persone dimenticate. Ora la musica cambia. È l'inizio di una nuova era. Trump assicura che imporrà due semplici regole: «Comprare americano, assumere americani». E poi la restaurazione di ordine e giustizia. Così si rifà l'America grande, come recita lo slogan che lo scorso 8 novembre ha portato il tycoon al trionfo nelle urne delle presidenziali. Poco distante ad ascoltarlo Hillary Clinton, insieme al marito Bill. Ma sulla tribuna allestita come da tradizione sulla scalinata di Capitol Hill ci sono anche due altri ex presidenti, George W. Bush e Jimmy Carter, oltre agli Obama a cui Trump rende omaggio: «Sono stati magnifici». In mattinata, prima del loro addio alla Casa Bianca, Barack e Michelle avevano offerto un tè alla nuova coppia presidenziale. Ma dopo i ringraziamenti di rito Trump non fa sconti: «Basta con le chiacchiere, è ora di agire, e lo faremo insieme». Il suo è un appello all'unità, respingendo le critiche di chi lo accusa di alimentare i pregiudizi. Ma nel mirino c'è soprattutto quell'elite politica che - a suo dire - ha dimenticato la gente ordinaria, quell'establishment che finora «ha pensato solo a sè stesso e non ai cittadini di questo Paese», e per combattere il quale mesi fa decise di scendere in campo. «Restituirò il potere al popolo. Trasferirò il potere da Washington a voi, agli americani. Vi restituirò l'American Dream». Ora si tratta di passare dalle parole ai fatti, probabilmente a partire già da lunedì con i primi decreti. E mentre ancora la cerimonia è in corso, sul nuovo sito della Casa Bianca già targato Donald Trump spunta l'indicazione di alcune delle priorità della nuova amministrazione: dallo sviluppo dello scudo spaziale per difendersi dalle minacce di Iran e Corea del Nord a un piano economico per creare 25 milioni di posti di lavoro in 25 anni, passando per un'offensiva contro l'Isis. «Elimineremo il radicalismo islamico dalla faccia della Terra», promette. Intanto tutto intorno all'area blindata della cerimonia e poi della parata che da Capitol Hill porta la nuova coppia presidenziale alla Casa Bianca, lungo Pennsylvania Avenue, il variegato popolo anti-Trump mette in scena le attese proteste. E per il centro di Washington ci sono scontri, vandalismi, e almeno 100 arresti. In strada per manifestare si è scesi in tutte le principali città americane, e anche in alcune città europee. Domani l'imponente 'marcia delle donnè per le strade della capitale federale.