ROMA. Anis Amri usava e spacciava cocaina e ecstasy. E gli investigatori tedeschi vogliono chiarire se il terrorista tunisino fosse sotto effetto di droghe quando lo scorso 19 dicembre lanciò un camion contro la folla al mercato di Natale a Berlino uccidendo 12 persone. Una mattanza poi rivendicata dall'Isis. Le rivelazioni degli inquirenti sono contenute in un dossier pubblicato dal quotidiano Die Welt e che domani sarà al centro di un dibattito al Parlamento tedesco in una sessione speciale. In base alle rivelazioni della stampa il terrorista tunisino, poi ucciso dai poliziotti italiani giorni dopo la strage a Sesto San Giovanni nel Milanese, facevo uso regolare di sostanze stupefacenti e nel suo Paese d'origine era stato accusato varie volte per reati di droga. Anche dopo il suo arrivo in Germania - precisa Die Welt - aveva continuato a spacciare. Gli investigatori intendono tra l'altro fare luce sulla sua potenziale rete di contatti islamisti, ma su questo aspetto non mancano le difficoltà: nel suo cellulare sono infatti presenti solo due numeri di telefono. Amri prima della strage si era recato spesso in viaggio dalla Germania al Belgio, dove è presente una forte infiltrazione fondamentalista. È inoltre emerso che il killer si era registrato durante il suo soggiorno tedesco sotto 14 differenti nomi e varie identità, ha precisato il capo della polizia criminale Dieter Schuermann. Rivelazioni che delineano una personalità complessa, ma anche un criminale abile ed esperto. Intanto le agenzie di sicurezza tedesche sono sotto il fuoco delle critiche per non essere riuscite a collezionare prove che incastrassero Amri prima della strage, sebbene già nel febbraio del 2016 fosse stato identificato come una potenziale minaccia alla sicurezza pubblica. Il mondo politico tedesco sta spingendo per una riforma delle agenzie di intelligence. Recentemente il ministro dell'Interno tedesco Thomas de Maiziere ha suggerito una fusione di tutte e 16 le agenzie dei servizi in un unico corpo incaricato di gestire le minacce terroristiche e proteggere l'ordine. La cancelliera Angela Merkel ha pubblicamente appoggiato il piano, ma alcuni funzionari governativi, tra cui il vice-cancelliere Sigmar Gabriel, fortemente contrari all'idea, sono invece convinti che il governo di Berlino dovrebbe invece proporre una chiara strategia per ridurre al minimo le minacce terroriste piuttosto che occuparsi di «grandi piani di ristrutturazione».