PARIGI. «Il nostro obiettivo è consentire a tutte le buone volontà di svolgere un ruolo per operare in favore della pace, del dialogo»: così, il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault, ha aperto questa mattina nei locali del centro conferenze del Quai d'Orsay, la Conferenza per la Pace in Medio oriente, alla presenza di ministri e rappresentanti di 75 paesi. Obiettivo, in assenza di israeliani e palestinesi, sostenere la «soluzione a due stati». «Il nostro primo obiettivo - ha detto il capo della diplomazia francese - è ripetere con forza che la soluzione a due stati è la sola possibile». Il secondo, ha proseguito, «è segnalare la disponibilità collettiva a contribuire concretamente per ricreare le condizioni di un negoziato fra le parti». «Infine - ha aggiunto - tracciare le piste d'azione per le prossime settimane e mesi allo scopo di continuare con la nostra mobilitazione». Nella bozza di comunicato finale - i ministri si riuniscono nel pomeriggio dopo il benvenuto del presidente Francois Hollande, alle 14 (per l'Italia è a Parigi il ministro Angelino Alfano) - messa a punto in una riunione di alti funzionari il 6 gennaio, si legge: «una soluzione negoziata con due stati, Israele e la Palestina, che vivano fianco a fianco nella pace e nella sicurezza, è l'unica strada per arrivare a una pace duratura». Israele, fin dallo scorso giugno, quando la conferenza di Parigi è stata annunciata, ha osteggiato l'iniziativa, e il 12 gennaio il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato di «impostura palestinese» che «allontanerà la pace». Abu Mazen, presidente palestinese ieri in Vaticano, sarà a Parigi ma in luogo diverso da quello della conferenza. Annunciata la presenza, fra gli altri, del nuovo segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, del segretario di stato americano uscente, John Kerry, dell'Alto rappresentante Ue per la diplomazia, Federica Mogherini, dei ministri di tutti i paesi del G20, di tutti i membri del Consiglio di sicurezza, degli stati Ue, dei membri della Lega araba e dell'Organizzazione della conferenza islamica. «La Conferenza convocata oggi a Parigi è una conferenza futile. È stata concordata dai francesi con i palestinesi allo scopo di cercare di imporre ad Israele condizioni inconciliabili con i nostri interessi nazionali»: lo ha affermato il premier Benyamin Netanyahu aprendo la seduta settimanale del consiglio dei ministri. «Ovviamente - ha proseguito - quella conferenza allontana la pace perchè irrigidisce le posizioni palestinesi e li allontana da negoziati diretti senza precondizioni». «Quella conferenza - ha concluso - riflette gli ultimi battiti del mondo di ieri. Il domani avrà un altro aspetto, e il domani è molto vicino»: una implicita allusione all'ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca.