SMIRNE. Mentre tutta la Turchia guardava alla caccia ancora aperta al killer di Capodanno a Istanbul, un nuovo attacco terroristico ha preso di mira Smirne, terza città del Paese sulla costa egea. Un assalto al tribunale cittadino, con un'autobomba e armi pesanti, ha provocato almeno 2 vittime e 7 feriti, oltre all'uccisione di 2 attentatori in un conflitto a fuoco con la polizia. Un altro terrorista è riuscito a fuggire, dando il via a un'altra caccia all'uomo. Secondo il governatore locale, Erol Ayyildiz, guardando ai primi indizi e ai documenti degli assalitori, dietro l'attacco ci sarebbe il Pkk curdo. «A giudicare dalle armi che avevano, sembra che volessero fare un massacro», ha detto il vicepremier Veysi Kaynak. A evitarlo sarebbero stati i poliziotti di guardia, che hanno fermato gli assalitori con la loro auto per un controllo nel perimetro esterno, mentre questi cercavano di entrare nel Palazzo di Giustizia, vicino all'ingresso per i magistrati. A quel punto, i terroristi hanno aperto il fuoco contro gli agenti, prima di abbandonare il veicolo e farlo esplodere con un comando a distanza. Secondo il governatore, un'altra auto è stata fatta esplodere successivamente poco lontano. Negli scontri sono rimasti uccisi un poliziotto e un ufficiale giudiziario del tribunale, oltre a 2 assalitori. Con loro avevano 2 kalashnikov e 8 bombe a mano. Un terzo uomo si è dato alla fuga, ma le autorità non hanno fornito alcuna informazione ufficiale al riguardo. Un primo identikit, fornito a caldo da fonti di polizia, lo ha descritto con un'altezza tra 1,65 e 1,70, cappotto scuro e berretto chiaro. L'operazione per cercare di catturarlo sarebbe ancora in corso. Come accade regolarmente in caso di attacchi terroristici in Turchia, ai media è stata imposta una censura temporanea su immagini e notizie relative alle indagini. «La Turchia è sotto attacco contemporaneo di diversi gruppi terroristici che vogliono metterla in ginocchio. Non c'è nulla che non abbiano ancora provato, ma non ci sono riusciti. Non sono riusciti a distruggere la nostra unità e non ci riusciranno», ha ribadito il presidente Recep Tayyip Erdogan. Intanto, prosegue anche la caccia al killer del nightclub 'Reinà. È «probabilmente un uiguro, appartenente a una cellula con un addestramento speciale», ha detto il vicepremier Kaynak, confermando le indiscrezioni dei giorni scorsi sulle indagini focalizzate su una cellula asiatica dell'Isis. Nelle ultime ore, si sono intensificati i raid contro esponenti della minoranza cinese degli uiguri, turcofona e musulmana, originaria dellaregione nordoccidentale dello Xinjiang. Diversi arresti sono stati compiuti all'alba in alcune case popolari a Silivri, alla periferia di Istanbul. Nelle scorse ore, sarebbe finito in manette anche 'l'emiro dell'Isis' Yusuf Hoca, considerato tra gli strateghi dell'attacco. Media filo-governativi ipotizzano che il killer potrebbe ancora nascondersi in città. Ma le notizie ufficiali sull'inchiesta restano scarse: le autorità si dicono fiduciose sulla cattura del super-ricercato, ma non escludono neppure che sia riuscito a fuggire all'estero. Un altro membro del governo, il vicepremier Numan Kurtulmus, ha sollevato anche l'ombra di un possibile ruolo nella strage di Capodanno di «servizi di intelligence stranieri», come già fatto in altre occasioni da Ankara: «Sono dell'idea che non sia possibile che l'autore abbia compiuto un attacco del genere senza alcun supporto. Ha l'aria di un'azione da servizi segreti». Intanto continuano a circolare ipotesi sulla presenza al Reina di un secondo jihadista. A rilanciarle è stato oggi il quotidiano Karar, insistendo sulle immagini riprese dalle diverse telecamere di sicurezza che mostrano il killer con abiti diversi. La spiegazione fin qui emersa è che il terrorista, dopo il massacro, si sia cambiato per mischiarsi tra la folla e fuggire. Ma, secondo il quotidiano, gli inquirenti non hanno del tutto abbandonato l'idea che gli assalitori possano essere stati due, uno dei quali entrato nel locale prima che l'attacco avesse luogo. Alla fine, secondo queste ipotesi, uno sarebbe scappato via mare, l'altro mischiandosi tra la gente.