LONDRA. Una nuova affascinante teoria apre un 'giallo' sulla storia del Titanic. Secondo il giornalista Senan Molony, che spiega la sua 'scoperta' in un documentario dell'emittente britannica Channel 4, la causa principale dell'affondamento della nave nell'aprile 1912 sarebbe stato un incendio all'interno dello scafo, di cui i costruttori erano a conoscenza, e non tanto l'iceberg contro il quale andò a cozzare nell'Oceano Atlantico.
Dall'analisi di alcune fotografie sono emersi infatti i segni di fiamme che lente ma inesorabili si erano sviluppate vicino alle caldaie del transatlantico quando ancora si trovava nel porto di Belfast, dove venne costruito. Si era cercato di spegnerle ma senza successo. Nonostante questo il programma della costosa nave andò avanti e l'incendio continuò a indebolire per giorni lo scafo del Titanic fino a quando arrivò ad urtare l'iceberg che lo squarciò causando il danno letale per la cosiddetta nave 'Inaffondabile'.
Nel disastro sulla rotta da Southampton a New York morirono 1500 persone e i responsabili della compagnia costruttrice ordinarono agli ufficiali di bordo di non rivelare nulla di quell'incendio per evitare gravissime accuse. Nelle ricerche condotte da Molony è emersa anche la volontà di non mostrare i danni che l'imbarcazione già aveva in occasione del suo viaggio inaugurale.
Per evitare che i passeggeri potessero sospettare qualcosa e notare i segni lungo il fianco, il Titanic venne attraccato al porto di Southampton sul lato 'integro' lasciando così all'oscuro chi saliva dei pericoli che poteva correre. «L'inchiesta ufficiale sul Titanic ha definito l'affondamento come un atto di Dio - ha detto Molony - Questa non è la semplice storia di un iceberg e un affondamento ma è una tempesta perfetta di fattori straordinari accaduti insieme: il fuoco, il ghiaccio e una negligenza criminale». Anche se non ci fosse stata la collisione la nave prima di arrivare a New York avrebbe potuto subire delle «forti esplosioni» al suo interno. Il Titanic forse era già 'maledetto' ancora prima di solcare l'oceano.
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