Misure che saranno applicate in vista dei concerti in piazza per Capodanno. «Un concerto di fine anno non si potrà svolgere se non ci saranno “filtraggi” delle persone all’entrata e all’uscita - spiega Vallone nell'intervista -, come avviene negli stadi. Inoltre dovranno essere montate le barriere di cemento per impedire l’accesso dei mezzi. In ogni occasione saranno presenti le Unità operative antiterrorismo».
PALERMO. «La divisa è diventata un bersaglio privilegiato»: c'è il timore che dopo l'uccisione di Anis Amri a Sesto San Giovanni i poliziotti possano diventare il nuovo obiettivo dei terroristi dell'Isis. A dirlo è Maurizio Vallone, capo del servizio controllo del territorio del Dipartimento della Pubblica sicurezza, in un'intervista di Fiorenza Sarzanini sul Corriere della sera . «È la prima volta che un terrorista viene ucciso in Italia - dice l'alto funzionario -. Non dimentichiamo che anche in Francia sono stati uccisi due poliziotti. Noi siamo la vetrina dello Stato». Una preoccupazione che era stata espressa pochi giorni fa direttamente da Franco Gabrielli: «Sono a rischio tutti coloro che rappresentano le forze di polizia e hanno una divisa», aveva detto il capo della polizia. Tanto che poche ore dalla sparatoria di Sesto, Gabrielli ha firmato la circolare in cui chiede «massima attenzione» perché non è possibile escludere «azioni ritorsive» nei confronti delle forze di polizia. Parole che si inseriscono nella polemica, che va avanti da giorni, sulla scelta di pubblicare i nomi e le foto dei due agenti che hanno fermato e sparato ad Amri. Tra i punti della questione: la sicurezza dei due poliziotti e il rischio di eventuali vendette da parte dell'Isis. Lo stesso Gabrielli è intervenuto escludendo qualsiasi rischio diretto: «La preoccupazione, infatti, non è per le individualità, ma per l'appartenenza. Fare i nomi con questo tipo di terrorismo - spiega il capo della Polizia - non è nè un errore nè un'esposizione, perché non siamo in presenza di un terrorismo come quello che abbiamo conosciuto negli anni settanta, un terrorismo endogeno che ha interesse a colpire il singolo, dunque Franco piuttosto che Mario o Cristian». Intanto, alle porte di Capodanno si blindano manifestazioni pubbliche, come concerti e spettacoli in piazza. Più controlli e soprattutto "filtraggi" delle persone all'entrata e all'uscita dei grandi eventi. Ad annunciare nuove misure è sempre l'alto funzionario della Pubblica sicurezza, Maurizio Vallone, al Corriere della sera. «Oltre agli agenti in servizio in ogni città, abbiamo 1.800 uomini a disposizione per potenziare i servizi quando questori o prefetti lo richiedono. L’aspetto principale in questo momento riguarda quanto accade prima delle manifestazioni ritenute a rischio: noi elenchiamo le prescrizioni da rispettare, se la risposta non è adeguata scatta il divieto». Si teme: «L’emulazione di quanto accaduto in Germania. La vendetta dei fondamentalisti in un posto affollato».