NEW YORK. Effetto Berlino: Donald Trump per il secondo giorno consecutivo ha partecipato al briefing degli 007 Usa per essere aggiornato sulle principali questioni di sicurezza nazionale. E intanto prepara la promessa stretta sui musulmani negli Stati Uniti e spinge per l'ampliamento dell'arsenale nucleare americano. Più volte annunciato in campagna elettorale, il piano Trump per rafforzare i controlli sugli ingressi in America e combattere l'arrivo dei 'foreign fighter' sta cominciando a prendere forma proprio in questi giorni, con un'accelerazione certamente legata ai fatti accaduti in Germania. «Il terrorismo non diventerà il 'new normal', la nuova normalità», è il monito di Kellyanne Conway, appena nominata consigliere presidenziale. Nomina che farà dell'ex manager della campagna del tycoon la donna più alta in grado della Casa Bianca. Accantonata per il momento la famigerata proposta del muro al confine col Messico, al primo posto tra le misure previste per frenare l'immigrazione c'è un rafforzamento senza precedenti del sistema dei visti e dei controlli per i cittadini musulmani che arrivano dai Paesi che hanno legami con il terrorismo o dove sono attivi gruppi terroristici come l'Isis o al Qaida. Dunque - rassicura Conway stemperando i toni usati da Trump negli ultimi mesi - «non sarà un blocco totale degli ingressi», ma una misura con la quale si alzerà al massimo livello la vigilanza su chi arriva da stati che «addestrano, proteggono ed esportano» militanti jihadisti. Ma ad agitare lo staff di Trump in queste ore è la decisione a sorpresa di Barack Obama di smantellare definitivamente uno dei programmi già esistenti per la registrazione dei visitatori che arrivano dai Paesi sospetti. È il National Security Entry-Exit Registration System messo in piedi dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 ma di fatto già sospeso nel 2011. Una mossa che viene letta come un vero e proprio schiaffo al presidente eletto, i cui piani erano al contrario quelli di riattivare e rafforzare il piano, introdotto per 'tracciarè in particolare cittadini arabi e musulmani. «Il Dipartimento alla sicurezza nazionale - si legge in una nota - con effetto immediato rimuoverà un sistema di regole oramai obsoleto che richiederebbe un uso di personale e risorse da sottrarre ad altre misure più efficaci». Capitolo nucleare. Trump ne avrebbe discusso anche con il suo consigliere per la sicurezza nazionale, l'ex generale Michael Flynn, e con i vertici militari ricevuti nella residenza di Mar-a-Lago, in Florida. Ma è su Twitter che il tycoon parla della necessità di «rafforzare e espandere in maniera consistente la capacità nucleare» degli Stati Uniti. Lo fa a poche ore di distanza dalle affermazioni di Vladimir Putin, che ha parlato a sua volta di un ampliamento della potenza nucleare della Russia. Ma anche a pochi giorni dall'incontro tra Barack Obama e Shinzo Abe, che durante la storica visita a Pearl Harbour rilanceranno la politica della non proliferazione delle armi atomiche. Già durante la campagna elettorale Trump aveva paventato una nuova corsa agli armamenti, spingendo anche gli alleati del sudest asiatico come il Giappone e la Corea del Sud a incrementare i loro arsenali, in chiave anti-Cina e anti Pyongyang. E aveva anche provocatoriamente agitato lo spettro delle armi nucleari contro l'Isis. Attualmente gli Usa hanno 7.100 testate nucleari contro le 7.300 della Russia.