ROMA. Un uomo armato è stato fermato davanti alla sede dell'ambasciata americana in Turchia, ad Ankara. Lo riporta l'agenzia di stampa turca Anadolu. Secondo quanto si apprende, l'uomo avrebbe sparato alcuni colpi in aria, otto o nove, con il fucile che aveva nascosto nel cappotto. L'uomo è stato bloccato dalla polizia che sta indagando sull'episodio che arriva a poche ore di distanza dall'assassinio dell'ambasciatore russo. «Alle 3:50 (del mattino), un individuo si è avvicinato all'ingresso principale dell'ambasciata Usa ad Ankara e ha sparato con un'arma da fuoco. Non ci sono notizie di feriti e l'individuo è sotto la custodia della polizia. A seguito di questo incidente, l'ambasciata Usa ad Ankara, il consolato generale Usa a Istanbul, e il consolato Usa ad Adana resteranno chiusi per le normali operazioni» nella giornata di oggi. Lo comunica sul suo sito l'ambasciata americana, invitando inoltre i suoi cittadini a «mantenere un alto livello di vigilanza». L'episodio è avvenuto a poche ore dall'assassinio dell'ambasciatore russo ad Ankara, Andrei Karlov, ucciso da almeno 8 colpi di pistola, sparati da un poliziotto turco di 22 anni, Mevlut Mert Altintas, durante l'inaugurazione di una mostra fotografica, dove era entrato mostrando il suo regolare tesserino di agente. Una raffica di spari alle spalle, poi le urla inneggianti ad Allah: «Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui». Nella sparatoria, vengono ferite almeno altre 3 persone. Le forze speciali turche intervengono con un blitz, in cui il killer viene ucciso a sua volta. Un clamoroso omicidio in diretta, davanti alle telecamere e agli occhi di decine di invitati, che rischia di avere pesanti ripercussioni sui rapporti tra Turchia e Russia, da poco ricuciti dopo l'abbattimento del jet di Mosca al confine siriano nel novembre 2015. I due Paesi fanno sapere che condurranno indagini congiunte sull'omicidio dell'ambasciatore Karlov. Lo ha riferito il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definendo l'agguato di stasera come una «provocazione» mirata a danneggiare i rapporti tra i due Paesi. E' «chiaramente una provocazione» mirata a minare i rapporti russo-turchi - ha dichiarato Vladimir Putin, citato da Russia Today - e «il processo di pace in Siria promosso dalla Russia, dalla Turchia, dall'Iran e da altri paesi».