Lunedì 23 Dicembre 2024

Ambasciatore russo ucciso in Turchia, sette fermati

ISTANBUL. Sono 7 le persone fermate finora in Turchia per i loro legami con Mevlut Mert Altintas, il killer che ieri sera ha ucciso l'ambasciatore russo ad Ankara, Andrei Karlov. Secondo l'agenzia statale Anadolu, oltre ai genitori e alla sorella, fermati poco dopo l'agguato nella provincia occidentale di Aydin, da cui proveniva Altintas, in custodia ci sono altri 3 familiari del killer e il suo coinquilino ad Ankara. I sospetti sono sottoposti in queste ore a interrogatori per cercare di chiarire il profilo di Altintas ed eventuali altre responsabilità. Nelle ultime ore un altro uomo armato è stato fermato davanti alla sede dell'ambasciata americana in Turchia, ad Ankara. Lo riporta l'agenzia di stampa turca Anadolu. Secondo quanto si apprende, l'uomo avrebbe sparato alcuni colpi in aria, otto o nove, con il fucile che aveva nascosto nel cappotto. È la pista che porta alla presunta rete golpista di Fethullah Gulen quella più battuta in queste ore dagli investigatori turchi che indagano su Mevlut Mert Altintas, il poliziotto che ieri sera ha ucciso l'ambasciatore russo ad Ankara, Andrei Karlov. L'ipotesi che sta emergendo, secondo i media filo-governativi turchi, è quella di un tentativo di «sabotaggio» contro il presidente Recep Tayyip Erdogan e i recenti accordi con Mosca. Una prova, scrive Sabah, sarebbe rappresentata da un congedo concesso al killer, che era in forza ai reparti antisommossa, tra il 16 e il 18 luglio, all'indomani del fallito colpo di stato. In quei giorni, tutti i membri delle forze di sicurezza vennero richiamati in servizio obbligatorio. Secondo alcune testimonianze, la data prevista inizialmente per il tentativo di putsch era proprio il 16 luglio. A firmare il congedo, inoltre, è stato un superiore di Altintas, Kahraman Sezer, poi arrestato perchè sospetto "gulenista". Il killer, però, non sarebbe stato raggiunto da alcuna sanzione. Inoltre, si sottolinea, Altintas aveva studiato in una scuola preparatoria della rete di Gulen, nella provincia occidentale di Aydin di cui era originario, finita poi in una delle inchieste per presunta manipolazione dei test d'ingresso a università e accademie.

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