NEW YORK. La Fed alza i tassi di interesse, nel primo aumento del 2016 e il secondo in dieci anni. Un incremento di un quarto di punti che fa salire il costo del denaro in una forchetta fra lo 0,50% e lo 0,75%. E lascia intravedere la possibilità che procederà più velocemente del previsto nel ritoccare i tassi: gli aumenti previsti per il 2017 sono infatti tre, più dei due stimati in settembre, quando ancora l'America doveva andare al voto. «L'aumento è un voto di fiducia nell'economia americana», afferma Janet Yellen, assicurando comunque che la politica monetaria resta accomodante, a sostegno della crescita e di un ulteriore rafforzamento del mercato del lavoro. L'annuncio della Fed arriva a mercati chiusi in Europa: le piazze finanziarie del Vecchio Continente chiudono tutte in rosso, mostrando cautela in attesa della decisione. Wall Street apre negativa, bruciando però le perdite quando mancavano pochi minuti alla diffusione del comunicato della banca centrale. La prima reazione dei listini americani è stata positiva, con un balzo in avanti e il Dow Jones a un nuovo record storico. Poi gli indici hanno ripiegato, metabolizzando l'idea che la Fed possa procedere più velocemente nel ritoccare il costo del denaro. Yellen invita alla cautela: la revisione al rialzo, a tre da due, del numero delle strette è «minima». Ma ammette: la politica di bilancio può avere un impatto e alterare l'outlook economico, costringendo di fatto a rivedere la sua politica. «Non cerco di dare consigli alla nuova amministrazione» Trump, ma «dico che il rapporto debito-pil va tenuto in considerazione» nel definire le politiche di bilancio. Il riferimento, non troppo indiretto, è il maxi piano di investimenti e il taglio delle tasse preannunciati dal presidente eletto, Donald Trump. «C'è una considerevole incertezza sul futuro della politica economica, dobbiamo attendere e vedere cosa accadrà», afferma Yellen, incalzata, nel corso della conferenza stampa, da domande sul possibile impatto delle politiche di Trump sull'economia. Gli analisti ritengono che le misure del presidente eletto stimoleranno la crescita e faranno salire l'inflazione, costringendo la Fed ad agire con aumenti dei tassi per evitare un surriscaldamento dell'economia. Yellen, aspramente criticata da Trump nel corso della campagna elettorale, precisa di non aver avuto alcun contatto con il presidente eletto, anche se lo staff della Fed ne ha avuti con il suo transition team. «Intendo restare per tutto il mio mandato. Non ho ancora preso alcuna decisione per il dopo», risponde Yellen a chi gli le chiedeva se confermasse la sua intenzione di restare alla guida delle Fed dopo l'elezione di Trump. Yellen sfida il presidente eletto anche sulla riforma di Wall Street, ribadendo gli effetti positivi avuti sul sistema bancario: lo stesso Trum, infatti, aveva paventato l'ipotesi di rivederla, indebolendola verso una direzione meno stringente.