WASHINGTON. Non c'è solo la Trump Organisations il cui destino non è ancora chiaro, tra ipotesi di cessione ai figli del presidente eletto e auspici di tenerne una parte per sè. Intanto lo slogan del tycoon, e della futura squadra di governo, sarà 'Buy American, hire American' (compra americano, assumi americani). E' lo spot "protezionistico" lanciato dal presidente eletto Donald Trump nel suo ultimo comizio a Des Moines, in Iowa, terza tappa del suo 'thank you tour' post-elettorale. "Il lavoratore americano ha costruito questo Paese e ora è tempo per i lavoratori americani di avere un governo per la prima volta in decenni che risponde alle loro esigenze", ha arringato la folla lo ha detto a chiare lettere: al governo "voglio persone che hanno fatto fortuna" e ha incalzato: "Buy American, hire American' (compra americano, assumi americani). Oltre ad essere un businessman il 45/mo presidente eletto degli Stati Uniti è una star da reality show, un ruolo che - almeno sulla carta - continuerà a mantenere e far fruttare anche una volta insediato alla Casa Bianca. Donald Trump resta infatti produttore esecutivo del programma 'Apprentice' e il suo nome comparirà nei 'credits' (i titoli) della nuova edizione di 'Celebrity Apprentice' che tornerà in onda a breve dopo due anni di pausa, con la conduzione di Arnold Schwarzenegger. E' un'altra delle novità assolute che la scelta di Trump uscita dalle urne impone all'America. Mentre dal presidente ancora in carica, Barack Obama, parte l'ordine di fare chiarezza sui presunti episodi di cyber-intrusioni che hanno sollevato sospetti su tentativi di manomissioni guidate da Mosca nel processo elettorale americano. Obama vuole verifiche approfondite e un rapporto completo sul suo tavolo prima che passi le consegne al suo successore. Quest'ultimo tra l'altro anche ultimamente ha ribadito che a suo avviso la Russia non c'entra nulla. La Casa Bianca rassicura: "Non è un tentativo per mettere in discussione l'esito del voto, ma va oltre" e a ritroso nel tempo, fino alle elezioni del 2008. E non è detto inoltre che l'esito del rapporto venga reso pubblico se non ad addetti ai lavori. Intanto torna 'Apprentice' a sollevare nuovi dubbi sul potenziale conflitto di interessi fra Trump personaggio tv e Trump presidente: non è chiaro tuttavia quale sarà il compenso per il tycoon, che è tra l'altro tra gli ideatori del programma - oltre ad averlo condotto - il cui format è stato venduto in diversi paesi dopo il suo successo a partire dal 2004, e per questo si suppone percepisca dei diritti. Trump ha lasciato il reality quando ha lanciato la sua candidatura per la Casa Bianca, l'ultima volta che ha condotto 'Celebrity Apprentice' è stata nel febbraio 2015. La NBC, il network su cui il programma va in onda, ha tagliato i ponti con il tycoon nel luglio del 2015 dopo le polemiche sollevate dalle sue dichiarazioni contro i messicani e gli immigrati, ma gli eventuali compensi in qualità di produttore esecutivo non proverrebbero comunque dalla NBC bensì dalla società di produzione MGM. Su questo Trump non twitta e il suo entourage minimizza e la manager della campagna Kellyanne Conway più che una questione di possibile conflitto di interessi ne fa una questione di hobby, paragonando questa attività del futuro presidente alla passione dell'attuale, Barack Obama, per il Golf che lo porta a passare ore ed ore sul green, spesso gran parte delle sue domeniche a Washington. Il presidente eletto è invece impegnato nel comporre la sua amministrazione che, designazione dopo designazione, va assumendo un profilo più netto. E dopo i generale vanno emergendo una serie di 'nomine 'd'oro': l'ultimo in ordine di tempo è Gary Cohn, dirigente di Goldman Sachs e braccio destro dell'amministratore delegato Lloyd Blankfein, cui Trump ha chiesto di guidare il Consiglio economico nazionale della Casa Bianca, stando ad indiscrezioni. Se la nomina dovesse concretizzarsi, Cohn sarebbe il terzo top manager (o ex top manager) dell'istituto a entrare nell'amministrazione Trump, dopo Steve Mnuchin (Tesoro) e Steve Bannon (chief strategist). E perfino tra i candidati a segretario di Stato pare guardi al settore privato visto che per la prima volta spunta il nome dell'ex amministratore delegato di Ford Alan Mulally, mentre dalla rosa si vocifera RudY Giuliani sia ormai fuori.