Venerdì 15 Novembre 2024

Faceva ridere gli orfani siriani, clown di Aleppo muore sotto le bombe

Anas Basha

ALEPPO. Altre decine di civili sono rimasti uccisi nelle ultime 24 ore in Siria. Morti destinati normalmente a rimanere anonimi per il resto del mondo. Ma così non sarà per una delle vittime di ieri ad Aleppo, Anas Basha, un operatore sociale di 24 anni che per mesi ha cercato di far ridere i bambini orfani e traumatizzati dal conflitto, travestendosi per loro da clown. Anas aveva scelto di rimanere nella parte est assediata della città. Anche quando i suoi genitori si erano trasferiti in campagna, l'estate scorsa, lui aveva continuato a lavorare nello "Spazio per la Speranza", una delle tante, piccole e sconosciute organizzazioni impegnate nel campo umanitario che cercano di assistere i più deboli nella tempesta della guerra. Ed è stata la sua diretta superiore, Samar Hijazi, a dare la notizia della sua morte, avvenuta sotto un bombardamento nel quartiere di Mashhad, apparentemente compiuto da forze governative o russe. I raid e i bombardamenti con razzi su Aleppo orientale si sono intensificati negli ultimi giorni, in coincidenza con l'offensiva delle forze lealiste per riprendere il controllo dell'enclave in mano agli insorti e a gruppi jihadisti, dove rimangono intrappolati 200.000 civili. Altri 30.000 sono fuggiti raggiungendo i quartieri occidentali sotto il controllo governativo, hanno fatto sapere oggi le Nazioni Unite, mentre 400 feriti gravi hanno bisogno di una »evacuazione immediata« per poter essere curati. "Spazio per la Speranza" gestisce 12 scuole e quattro centri di sostegno psico-sociale per 365 bambini rimasti orfani di uno o di entrambi i genitori. Molti dei 34 membri che compongono lo staff hanno imparato il lavoro sul campo, durante gli oltre cinque anni della guerra civile, trasformatasi ormai in un conflitto internazionale. "Spesso - ricorda Samar Hijazi - Anas improvvisava scenette travestito da clown per rompere il ghiaccio tra i bambini". Ma ora l'organizzazione ha deciso di sospendere l'attività. Almeno per il momento. "Tutti noi che ci occupiamo di bambini - aggiunge l'operatrice umanitaria - siamo esausti, e dobbiamo trovare la forza per fornire sostegno psicologico e continuare nel nostro lavoro". Ad Aleppo est, sotto le bombe, rimane ora la moglie di Anas, rimasta vedova dopo due mesi di matrimonio.

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