WASHINGTON. Torna in Usa l'incubo del terrorismo, del 'lupo solitario', dopo che un ragazzo, identificato come un somalo di 18 anni, ha ferito una decina di persone con la sua auto e con un coltello nel campus dell'università statale dell'Ohio, a Columbus. Secondo le autorità l'assalitore si chiamava Abdul Artan ed era uno studente della stessa università. Lasciato il suo Paese con la famiglia nel 2007 come rifugiato, avrebbe vissuto in Pakistan prima di sbarcare negli Usa nel 2014 come residente permanente. Per ora non sono emersi collegamenti con gruppi estremisti ma gli inquirenti non escludono l'ipotesi di un atto di terrorismo. «Penso che dovremo studiare questa possibilità», ha spiegato il capo della polizia locale, ricordando che quest'anno un uomo aveva già messo in atto un attacco col coltello nella stessa città. Abdul Razak Artan pare avesse espresso recentemente preoccupazione per il trattamento riservato ai musulmani. Lo scorso agosto, in un articolo del giornale studentesco 'The Lantern' che porta il suo nome, l'autore professava la sua fede islamica e si lamentava per l'assenza nel campus di una sala di preghiera per i musulmani. Presentandosi come uno studente del terzo anno di logistica, inoltre, diceva di essere preoccupato per il modo in cui gli altri potevano percepirlo, lamentandosi della falsa immagine che i media danno dei musulmani. Le videocamere dell'università lo hanno ripreso mentre arrivava al campus in auto da solo, suggerendo che non avesse complici. Secondo alcuni testimoni, durante il suo breve assalto sarebbe rimasto in silenzio, prima di essere colpito da un giovane poliziotto in servizio all'università. Undici i feriti, tra studenti, docenti e staff. Tutto è cominciato verso le 10 locali, quando l'assalitore ha investito alcuni passanti e, dopo essere sceso dall'auto, ha cominciato a colpirne altri con un coltello da macellaio. In tutto una decina di persone, tutte ricoverate, di cui una grave. La sua azione è durata pochissimo, un minuto, il tempo che un agente intervenuto tempestivamente lo neutralizzasse con la sua pistola. Ma l'allarme è durato più di qualche ora, dopo che l'università - che ha 60 mila iscritti - aveva diffuso via twitter un allarme per una 'sparatore attivò dentro il campus, invitando i presenti a fuggire, nascondersi o, come ultima spiaggia, a lottare. Sono seguite scene di panico, con gli studenti che correvano e urlavano. Ingente lo schieramento di polizia, ambulanze e vigili del fuoco, con le forze speciali in azione per setacciare tutti gli edifici nel timore di un complice nascosto. Ma dopo il controllo di un garage-parcheggio, l'allarme è stato revocato e tutti gli studenti, con i loro famigliari e amici, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Il governatore dell'Ohio, John Kasic, ha elogiato l'operato delle forze dell'ordine, che a suo avviso hanno evitato un bilancio peggiore. Anche la Casa Bianca è stata subito informata dell'attacco ma il suo portavoce, Josh Earnest, è stato prudente: «ci sono ancora molte informazioni da studiare e da raccogliere. Si tratta di una situazione difficile». Dietro la prudenza si intravede però il timore dell'ennesimo lupo solitario.