ROMA. «Il fardello della reciproca sfiducia limita le nostre possibilità di trovare risposte efficaci alle sfide e alle minacce concrete che il mondo di oggi si trova ad affrontare. Al contempo, in alcuni dei nostri partner non vediamo l'intenzione di risolvere i veri problemi internazionali»: il presidente russo Valdimir Putin, in un intervento su La Stampa, assicura che Mosca non aspira «nè al dominio globale, nè all'espansione, nè allo scontro con nessuno» ma a «individuare i veri problemi, collaborare per unire gli sforzi degli Stati per risolverli». «Si riproduce continuamente il clichè delle 'minacce', immaginarie e fittizie, come la famigerata 'minaccia militare russa’»: così, afferma, «si possono gonfiare gli stanziamenti per il settore bellico dei propri Paesi, piegare gli alleati agli interessi di una singola superpotenza, espandere la Nato, portare l'infrastruttura dell'alleanza, unità militari e nuovi armamenti vicino ai nostri confini». «Può essere conveniente rappresentare se stessi come difensori della civiltà contro chissà quali nuovi barbari. Ma il fatto è che la Russia non ha nessuna intenzione di attaccare chicchessia», ribadisce Putin. Il presidente russo definisce poi un «problema immaginario» l'«isteria» che «gli Usa hanno montato sulle supposte interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti». Parla di volontà di «distrarre l'attenzione della gente sui cosiddetti hacker, sulle spie, gli agenti e così via, mandati dalla Russia». ÈQuindi critica la strategia contro il terrorismo: «Gli appelli della Russia per una lotta comune al terrorismo vengono ignorati. E per di più i gruppi terroristici continuano a essere armati, riforniti, sostenuti e addestrati nella speranza di poterli utilizzare ancora una volta per finalità politiche personali. Si tratta di un gioco molto pericoloso».