IL CAIRO. L'Isis ha rivendicato l'attacco terroristico avvenuto nel nord del Sinai giovedì sera con un bilancio di 8 soldati egiziani uccisi, secondo le autorità del Cairo.
In un comunicato su Twitter l'agenzia Amaq - citando una propria fonte - ha scritto che «combattenti dello Stato islamico hanno attaccato un checkpoint delle forze armate vicino al villaggio di al Sabil a sud-ovest di el Arish uccidendo 15 soldati e distruggendo due carri M113.
I combattenti Isis hanno fatto saltare in aria il checkpoint dopo essersi appropriati di armi e munizioni e poi sono rientrati alla loro base». Il portavoce militare egiziano sulla sua pagina Facebook aveva parlato di «8 soldati delle forze armate e tre terroristi uccisi».
Nel nord del Sinai da anni è attivo il gruppo Ansar Beit al Maqdis, che recentemente ha cambiato il suo nome nella 'Provincia del Sinai', giurando fedeltà all'Isis. Una vera e propria spina nel fianco per le autorità del Cairo che da anni combattono la formazione estremista portando avanti una campagna militare battezzata il 'Diritto del martire'.
Numerose le perdite registrate fra le forze della sicurezza del Paese nordafricano per gli attacchi e gli scontri armati organizzati da questa formazione. Alto anche il numero dei terroristi uccisi nell'offensiva militare. Solo qualche giorno fa il gruppo fondamentalista islamico aveva annunciato la decapitazione di due capi religiosi beduini e aveva pubblicato alcune foto shock su Twitter che mostravano il loro martirio.
I due prigionieri erano stato uccisi perchè «infedeli». Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi nei giorni scorsi aveva esteso per altri tre mesi lo stato di emergenza ed il coprifuoco notturno in alcune aree del nord del Sinai, tra cui le città di Rafah, al Ouga e al Arish. A metà ottobre in una serie di interviste ai principali quotidiani del Paese il leader egiziano aveva affermato che la «battaglia contro i terroristi nel Sinai sarà lunga».
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