FILADELFIA. «Facciamo la storia». Hillary Clinton, accompagnata da Michelle e Barack Obama, dal marito Bill e dalla figlia Chelsea, ha chiuso la campagna elettorale. E lo ha fatto con un bagno di folla, di fronte a 33.000 persone riunite all'Indipendence Mall. «Trump è una mina vagante» e queste elezioni sono «test» per il futuro, dice Hillary assicurando che sarà il presidente di tutti. E che soprattutto non consentirà a nessuno di intaccare i progressi fatti con Obama: «non consentirò a nessuno di farci tornare indietro». A introdurre la candidata democratica sul palco è proprio il presidente americano, che la definisce «fantastica» e invita tutti ad andare a votare. «Scommetto su di voi come voi avete scommesso su di me. Scommetto che l'America respingerà la politica del risentimento, e che invece della paura sceglierà la speranza» afferma Obama. Hillary Clinton è una «mia ispirazione» mette in evidenza Michelle, descrivendo la candidata democratica come un «leader di cui possiamo fidarci». Michelle emozionata ringrazia gli americani per la chance che hanno offerto alla sua famiglia con la Casa Bianca e si dice orgogliosa di quanto fatto da Barack Obama presentandolo sul palco per l«ultima volta da presidente». A stregare il pubblico sono anche le esibizioni di due degli idoli musicali più amati dagli americani, Bon Jovi e Bruce Springsteen, entrambi del New Jersey ed espressione della classe operaia. Una classa operaia che è l'ossatura della Pennsylvania, uno degli swing state che Clinton spera di conquistare. «Clinton - dice il Boss - rappresenta una visione dell'America in cui tutti contano e il risultato di domani sarà chiaro, le idee di Trump affonderanno». «Il mondo ci sta guardando» afferma Bon Jovi. Fra il pubblico c'è speranza e fiducia sull'esito del voto. «Deve vincere, deve vincere. Sa come va il mondo - sono le parole di Aleen Contel - Trump non è affatto professionale, ha un cattivo temperamento e non si parla alla gente nel modo in cui fa lui». «Sono sempre stata una repubblicana ma questa volta voto democratici. I Repubblicani hanno fatto un pessimo lavoro nella scelta del candidato - dice Rebecca Miller, 25 anni, commessa -. Trump è matto, non pensa prima di parlare e temo anche che con lui sono a rischio i diritti delle donne, e siamo nel 2017. Credo che la Clinton sia più adeguata di lui, ha sicuramente più esperienza». «Trump mi ha fatto cambiare idea sulla mia fede repubblicana - gli fa eco - Bob Mitchell, 31 anni, consulente - non mi piace come parla delle donne e le sue politiche non sono affatto pratiche, dall'immigrazione all'economia semplicemente non possono funzionare». Mea Cooks, 27 anni, cameriera, ribadisce che è ora di fare storia con una donna presidente. «Mi piaceva suo marito e mi piace ancora più lei e l'ho preferita anche quando era candidata contro Obama otto anni fa. Trump è un ignorante che non ama le donne. Credo che ora sia il momento di fare di nuovo storia e dopo un presidente nero eleggiamo una donna alla Casa Bianca».