NEW YORK. È la notte in cui l'America sceglie il suo futuro. Un'America al bivio tra due candidati all'opposto: Donald Trump e Hillary Clinton, che dopo una delle campagne più velenose di sempre danno vita a un'elezione storica. Dalle urne uscirà o la prima donna presidente degli Stati Uniti, che si pone in continuità con Barack Obama, o un Commander in Chief che promette un cambiamento di rotta netto, visto come un faro dai populisti d'Europa. SPOGLIO IN DIRETTA E MARATONA PER TUTTA LA NOTTE SU GDS.IT L'aria che si respira per tutta la giornata elettorale è quella di una ex first lady favorita, nonostante un vantaggio minimo nei sondaggi, soprattutto in molti degli stati in bilico, almeno quindici. La conta dei grandi elettori però rende la strada della candidata democratica più in discesa. Donald Trump lo sa bene. E se negli appelli finali della campagna elettorale ha continuato a pronosticare una sua vittoria «senza precedenti», «meglio della Brexit», nel giorno del voto parla di «sondaggi truccati», e torna ad agitare lo spettro del voto contestato. «Vedremo quello che succede...», risponde ai giornalisti che al seggio - dove si è recato con la moglie Melania e la figlia Ivanka - gli chiedono se accetterà un'eventuale vittoria di Clinton. A rendere più esplicita la minaccia è Donald Trump junior: «La mia famiglia rispetterà solo il voto di un'elezione giusta». Gli occhi sono puntati essenzialmente su tre stati: Florida, Ohio e Pennsylvania. Vincere in uno di questi per la candidata democratica potrebbe significare aprire la breccia che la porta dritta alla Casa Bianca. Lei fa tutti gli scongiuri del caso. Ma l'accoglienza ricevuta davanti al seggio della scuola di Chappaqua, località a nord di New York dove risiede, le fa respirare aria di vittoria: «Se avrò la fortuna di vincere farò il mio meglio», assicura alle decine di persone che la acclamano. Al suo fianco il marito Bill. Diverso il clima davanti alla scuola di Midtown Manhattan dove ha votato Trump, acclamato da alcuni fan ma anche fischiato e oggetto di 'buuù da parte di diversi elettori in fila. Difficile dire se questo sia un brutto presagio. Con i suoi familiari e i suoi fedelissimi il tycoon si è rintanato nel 'fortino' della Trump Tower, nel suo lussuosissimo appartamento agli ultimi tre piani. La rivale attende il risultato delle urne a un isolato di distanza, sempre sulla Fifth Avenue, dove si trova l'Hotel Peninsula. New York è blindatissima, come ai tempi della visita del Papa. E di ora in ora l'attesa sale davanti al Javits Center, dove Clinton spera di festeggiare con fuochi d'artificio sull'Hudson. Ma anche davanti all'Hotel Hilton Midtown, dove Trump spera si avveri il 'miracolo' di poter celebrare quello che comunque da giorni è stato chiamato 'victory party'. Intanto Barack Obama si gode il suo ultimo giorno da presidente alla Casa Bianca, dove però resterà fino a gennaio. Si fa vedere sul prato della residenza con uno dei cani di famiglia. La sera prima, a Filadelfia, ha passato ad Hillary Clinton il testimone. Tutto quello che poteva fare l'ha fatto. Ecco la giornata elettorale secondo gli orari italiani. ORE 12, VIA AL VOTO. Aprono i seggi lungo la costa orientale, da New York a Washington, da Boston a Filadelfia, fino a Miami. ORE 15, APRONO SEGGI 'WEST COAST'. Tre ore dopo si comincia a votare anche sulla costa occidentale, dallo stato di Washington, all'Oregon alla California. Gli ultimi a recarsi alle urne in Alaska e alle Hawaii, sei ore indietro rispetto a New York. * ORE 1 DI DOMANI, MERCOLEDÌ, PARTE ATTESA RISULTATI. Chiudono i primi seggi in Georgia, Indiana, Kentucky, South Carolina, Vermont e Virginia. Quest'ultimo è uno dei più importanti Stati-chiave, la prima occasione per vedere l'andamento della notte elettorale. ORE 1.30, GIOCHI FATTI IN OHIO. Chiudono i seggi in North Carolina, West Virginia ma soprattutto in Ohio, uno degli Stati più attesi e spesso determinanti per la vittoria finale. ORE 2, TOCCA ALLA FLORIDA Potrebbe essere il momento di svolta della serata. I seggi chiudono in 16 Stati - anche in Pennsylvania - più il District of Columbia, dove si trova la capitale Washington. DALLE 2.30 ALLE 4, ONDATA DI 15 STATI. Tra cui l'Arkansas, stato fortemente favorevole a Donald Trump. Poi anche Arizona, Colorado, Texas e Wisconsin. DALLE 4 ALLE 5,L'ORA DELLA VERITÀ. Alle 4 urne chiuse in altri quattro Stati, tra cui lo Utah, e alle 5 in altri cinque Stati, tra cui la California. È il momento in cui potrebbe arrivare l'annuncio della vittoria. ORE 7, TRAGUARDO MARATONA IN ALASKA. È l'ultimo Stato a votare. Gli ultimi seggi, quelli nella regione più occidentale, chiudono quando sulla East Coast è già mercoledì 9 novembre. Dopo le Hawaii, le cui urne chiudono quando a New York è mezzanotte.