BEIRUT/BAGHDAD. Continua lenta l'avanzata delle forze lealiste per strappare Mosul all'Isis, con l'esercito iracheno che ha cominciato oggi a marciare verso la città da sud, mentre le truppe che sono entrate nella periferia est sono impegnate a sminare le strade e le case, sempre minacciate dai kamikaze e dai cecchini. Intanto nuove immagini satellitari mostrano quello che la società di Intelligence privata americana Stratfor definisce il «formidabile» sistema difensivo predisposto dallo Stato islamico nella parte centrale e occidentale di Mosul, con barricate, blocchi di cemento e addirittura tratti di muro eretti ai margini dei quartieri residenziali. Mentre tutti gli edifici intorno all'aeroporto sono stati rasi al suolo per costringere gli assalitori ad avanzare allo scoperto e poterli bombardare da lontano. Si aggrava nel frattempo il dramma degli sfollati, che secondo le organizzazioni umanitarie sono arrivati a 30.000, con un aumento di 8.000 solo nelle ultime 24 ore. Ed è salito a 20, secondo un deputato eletto nella circoscrizione di Kirkuk, il numero di profughi uccisi dalle mine ieri mentre fuggivano dalla cittadina di Hawija, 150 chilometri a sud di Mosul, chiusa in una sacca di territorio rimasto nelle mani dei jihadisti. Sembrano portare la firma dell'Isis, anche se non sono stati rivendicati, quattro attentati dinamitardi avvenuti oggi in diversi quartieri di Baghdad, che hanno ucciso almeno dieci persone e ne hanno ferite 37. Quello più sanguinoso, con tre morti e nove feriti, è stato compiuto in un ristorante nell'area di Sheikh Omar affollato di meccanici di alcune officine per la riparazione delle auto, situate nelle vicinanze. L'esercito e la polizia federale hanno attaccato oggi la cittadina di Hammam Alil, circa 25 chilometri a sud di Mosul, la cui conquista è di fondamentale importanza perchè permetterebbe ai lealisti di procedere verso l'aeroporto internazionale di quella che da oltre due anni è la 'capitalè dello Stato islamico in Iraq. Il generale Abdul Amir Rashed Jarallah, del comando delle operazioni militari, ha detto che la 15/a Divisione dell'esercito e la polizia si sono impadroniti dell'Istituto di Agraria e di aree circostanti, ma che i combattimenti proseguono. Resta incerta, con la possibilità di contrattacchi dell'Isis, la situazione nei quartieri periferici a est e nord-est di Mosul, conquistati nei giorni scorsi dai governativi. Fonti militari hanno detto che sette kamikaze si sono lanciati solo oggi contro le truppe lealiste a bordo di autobomba, e cinque dei veicoli sono stati fatti saltare in aria prima che si avvicinassero ai loro obiettivi. Non è chiaro se gli altri due siano riusciti a provocare vittime. Molti residenti di Tahrir e Zahra, due quartieri strappati ieri all'Isis, sono usciti dalle loro case sventolando bandiere bianche e si sono diretti verso le truppe governative per essere evacuati. In questo quadro, il primo ministro Haidar al Abadi ha fatto un'altra visita vicino alla linea del fronte, ribadendo, come fatto nei giorni scorsi, che «la testa di Daesh sarà presto tagliata», e sottolineando la cooperazione tra le truppe di Baghdad e le milizie curde Peshmerga come «un altro successo dell'Iraq». Ma i combattimenti diventeranno inevitabilmente più difficili e sanguinosi mano a mano che le forze lealiste muoveranno dalle aree semi-rurali finora conquistate ai quartieri più densamente popolati della città. Secondo diversi osservatori la riconquista di Mosul potrebbe richiedere ancora settimane, se non mesi.